Giù il piede dall’acceleratore

Giù il piede dall’acceleratore

Si schiaccia spesso il piede sull'acceleratore della propria macchina.
Siamo sempre di fretta. Gli impegni sono tanti e si moltiplicano a dismisura, il tempo ci assorbe esageratamente, per cui se qualcuno ha bisogno di due parole per chiedere qualcosa o per un saluto (purché sia veloce), non si può: non c'è tempo... Per assurdo, siamo ormai persone "che non hanno tempo" perché "troppe cose da fare" e non ci si può fermare!

È così ovunque: a casa, in famiglia, al lavoro, a scuola, nello sport, in parrocchia... Prima ancora che qualcuno chieda qualcosa, si premette o si fa capire: "....veloce, mi raccomando, non ho tempo!".
La frenesia però a volte si incontra/scontra con i rallentamenti sulle nostre accelerazioni. Succede che mentre ti trovi su un "freccia rossa" ad "alta velocità", ti raggiunge uno sciopero. Per cui un viaggio di 3 ore diventa di 8 ore e tutto sembra crollare: impazienza, arrabbiature, la ricerca di un capro espiatorio (qualcuno deve essere necessariamente colpevole). Sta di fatto che "il tuo sentirti padrone di tutto", compreso del tuo tempo, salta!
E tra le innumerevoli agitazioni dei passeggeri "alta velocità", accompagnate da rabbia e parolacce a dismisura, sento la voce serena di una donna, tra l'altro oncologica, che dice: "Agitarsi per che cosa? La vita non vale più di un ritardo? Anche un ritardo è vita e forse è meglio!". Mi ha fatto pensare molto...
Per noi che "abbiamo tutto da fare", a volte basta fermarsi e togliere il piede dell'acceleratore per capirlo...

don Angelo

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