L'affondo
Il dono maggiore
L'unica nota stonata è il figlio maggiore. Si sente defraudato, si arrabbia e non vuole entrare nonostante le preghiere del padre. Invece di dire "mio fratello" dice "tuo figlio"; elenca i misfatti del fratello. Chiuso nella sua perfezione fiscale, innalza barriere, suscita la divisione, protesta contro l'amore senza misura del Padre. Stando nella casa del Padre, in realtà ne è stato sempre lontano. Non si è accorto dell'amore e della vera eredità che è il padre stesso "tu sei sempre con me e ciò che è mio è tuo". Lo ha subito come padrone, come un datore di lavoro, ha vissuto il suo rapporto con lui come uno schiavo "ti servo da tanti anni" e non come dono. Il figlio minore diventa servo perché si è ribellato
al padre identificandolo con il padrone, l'altro si è sempre considerato un onesto garzone; è stato nella casa del Padre ma ha sopportato la sua presenza. Il rientro del primo, paradossalmente, smaschera la verità dell'altro. Quante volte, siamo più dalla parte del figlio maggiore, trincerati dietro una barriera fiscale, fatta di dare e avere. Troppo spesso il nostro amore vive di condizioni: "ti amo a condizione che tu..., perché tu..., se tu…” L'amore non può vivere di condizioni, non può essere tale solo perché aspettiamo che l'altro ci riami; esso è circolazione dall'uno all'altro, diviene vita sovrabbondante, permette che l'uno sia disponibile ai bisogni dell'altro, accoglienza e crescita reciproca.
Non si dona, dunque, per bisogno o per necessità, né tantomeno per un obbligo ma per portare a pienezza la vita, per potenziare una ricchezza interiore, per potere permettere all'altro di partecipare della ricchezza della propria vita. Il Padre ci invita a guardare con i suoi occhi. Chiede di non fermarsi a guardare come nella parabola del Figlio Prodigo, con gli occhi del figlio maggiore "ora che questo tuo figlio che ha divorato i tuoi averi con le prostitute è tornato, per lui hai ammazzato il vitello grasso" (Lc 15,30); ma di passare dalla parte del Padre. I suoi gesti sono intrisi di profonda tenerezza; l'abbraccio e i baci continui sono segni di perdono e riconciliazione. Il Padre tratta il figlio da eguale...non da schiavo o inferiore. Il perdono è il dono maggiore ".
Numeri telefonici dei sacerdoti dell’Unità Pastorale:
Don Lorenzo (Gromlongo) 035 540059 ; 3394581382.
Don Umberto (Barzana) 035 540012; 3397955650.
Don Paolo (Burligo) 035 550081.
Don Francesco 3333673045.
Don Giuseppe (Palazzago) 035 550336 ; 3471133405.
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