Gesù e Perù
Una maestra di una scuola primaria del Pordenonese fa cantare ai suoi alunni una canzoncina di Natale; qualcuno la canticchia anche a casa e i genitori, sorpresi, sentono che la canterellano dicendo «Perù» là dove la canzone dice «Gesù».
Peccato non ci siano, nella canzone, parole quali cuor, amor, o dolor, perché in tal caso ci sarebbe posto anche per l’Ecuador. La maestra ha sostituito Gesù con Perù per non offendere alunni di altre religioni, soprattutto musulmani. Ma questa insegnante ha dato un esempio oggi particolarmente pericoloso di rifiuto del dialogo e della diversità. Dialogo significa conoscenza reciproca e dunque conoscere l’identità — culturale, religiosa, politica... — dell’altro e far conoscere la propria, ovviamente senza alcuna supponenza aggressiva e senza fanatismo, con naturalezza e libertà, senza imbarazzo.
Conoscere e far conoscere è l’unico modo di incontrarsi, altrimenti si resterà nella spirale del rifiuto e del falso riguardo — è offensivo nei confronti degli islamici ritenere che possano sentirsi offesi da una canzone cristiana di Natale in un Paese di cultura cristiana, come sarebbe offensivo pensare che la preghiera del muezzin possa offendere il non musulmano che la sente.
Non si dimentichi che Gesù nell’Islam è venerato dopo Maometto e Abramo, e la tradizione dice che ritornerà sulla terra alla fine dei tempi e apparirà sul minareto bianco della grande moschea di Damasco, nell’epifania della conciliazione finale. Che ci sia pure un Islam forsennato e omicida è una ragione di più per non mostrare alcuna timidezza nei suoi riguardi.
La questione fa emergere anche ciò che già Tocqueville chiamava dittatura delle minoranze. Poco prima di Natale, un treno partito da Parigi e diretto a Milano è rimasto bloccato per alcune ore dalla neve. Le ferrovie francesi hanno provveduto a ristorare i viaggiatori intrappolati nel freddo, offrendo loro un pasto. Un pasto unicamente e soltanto vegano. Altra stupidaggine, incosciente generatrice di futuri rifiuti violenti. Sarebbe stato corretto offrire pasti vegani e pasti non vegani, perché i vegani non sono né inferiori né superiori agli altri nelle loro esigenze e preferenze e qualcuno desideroso, nel freddo, di carne non è meno degno di attenzione di chi mangia altri cibi, contribuendo anch’egli a distruggere esseri viventi, sia pure così piccoli da non poter suscitare l’attenzione e la compassione degli umani.
Sciocchezze, come il Perù sostituito a Gesù.
E noi a fare il presepio in mezzo alla chiesa per ricordare che il centro del Natale è Lui...e non il Perù.