Quaresima 2019
Obbediente fino alla morte e alla morte di croce Filippesi 2,8
Una grande croce accompagna il cammino quaresimale, concreta risposta alla scala dell’Avvento: Dio, nel suo Figlio Gesù, non solo guarda dall’alto, quell’alto cui l’uomo anela e pone i suoi passi per poterlo anche solo sfiorare, ma si china sull’umanità fino ad abbracciarla, fino a mettersi ai suoi piedi, fino a…NON scendere dalla croce.
E la ritroviamo così:
arco della nuova ed eterna alleanza,
cuore aperto,
ponte sull’eternità.
Intorno, abbiamo l’installazione di opere contemporanee, per non dimenticare fuori dalla chiesa, che la riflessione e la produzione artistica continuano con le categorie dell’uomo di oggi. Quest’anno abbiamo chiesto a Gregorio Cividini, di Martinengo. L’artista opera mettendo a confronto tra loro materiali diversi: legni di olmrovere incisi e graffiati come gradoni di cava, in forza di squarci d'ascia e ruvidezze di sgorbie, legni di tuja dai riflessi violacei o tavole di acacia dalla durezza petrosa o cime di castagno dilavate da intemperie e forgiate in rastremature scanalate da colonna. Tutto questo a convivere con morbidezze imperturbabili e amorosamente tornite, incastri di legni, ferri e pietre. E proprio così ritroviamo alcune sue opere (Cristo sofferente, testa di Giovanni Battista, San Sebastiano…), con il culmine di tanto pensiero che si incarna nella umanità dei suoi Crocifissi, che, come gli alberi, raccontano la storia del tempo, abitato dal Mistero. Verso l’Eternità.
Cividini è nato a Martinengo nel 1951. Dopo il liceo artistico a Bergamo, ha frequentato a Milano l’accademia delle Belle Arti di Brera dove nel 1975 si è diplomato in scultura alla scuola di Luciano Minguzzi. Ha insegnato al liceo artistico di Bergamo e titolare della cattedra di scultura a Lovere .