Lo conosciamo.
Martedì ho partecipato a Gorlago ai funerali di Mons. Giuseppe Cesani, mio primo parroco da prete novello a Leffe. Il ricordo, al termine della celebrazione, è stato fatto dal Vescovo bergamasco Mons.Bruno Foresti, ai tempi rettore del Seminario di Clusone, dove don Giuseppe era vicerettore. Un ricordo semplice e commovente allo stesso tempo, pronunciato con una voce sommessa sicuramente per l’età del presule -96 anni - ma, anche, per la commozione.
Ripercorrendo alcuni tratti del defunto, il Vescovo Bruno è esplicitamente passato dal “Monsignore” al “don” per giungere semplicemente a “Giuseppe”, in virtù del legame che li univa nell’amicizia sacerdotale. E mentre seguivo questi passaggi mi sovveniva una pagina di Jean Guitton ne “Il mio testamento filosofico”.
Coincidenze: sul sito santalessandro.org trovo in questa settimana lo stesso riferimento. Nel testo, quasi una pièce teatrale divisa in tre parti, l'autore si confida al suo pubblico con il cuore in mano. Tre sono gli atti: la sua morte (ambientata all'interno della sua camera), i suoi funerali (a Les Invalides di Parigi), il suo Giudizio (in cielo, di fronte al Tribunale di Cristo). Guitton si trova a tu per tu con vari personaggi (dal Diavolo all'Angelo custode, da Pascal a Bergson, da de Gaulle a Mittérrand) venuti a tentarlo e a porgli domande sulla sua esistenza e sulla sua fede. In tal modo l'autore si troverà a disquisire dei perché della fede, del legame tra fede e ragione, del senso del male, dell'amore e della vita, rivivendo in una sola notte tutta la sua esperienza, dai suoi maestri, ai suoi peccati, ai suoi amori.
Nella sezione riguardante il suo giudizio, immagina di trovarsi presso il tribunale celeste. Entra la corte. In cattedra il Signore Gesù Cristo. Sotto di lui San Pietro con le chiavi del regno dei cieli.
Si aprono i battenti della grande porta sul fondo. “Il Maestro Jean Guitton, Grande Maestro...”.
“Non lo conosciamo”
Entra un usciere, si alza un assessore: il secondo fa le domande, il primo risponde. “Chi chiede di comparire oggi davanti a questa augusta corte?” “Il Maestro Jean Guitton, Illustre Filosofo, Membro eminente e decano, a causa dell’età, dell’Accademia francese, Professore onorario alla Sorbona, Autore di cinquantaquattro opere e di trecento opuscoli, Uditore laico al Concilio Ecumenico Vaticano II, Amico di numerosi Sovrani Pontefici, Consigliere dei Presidenti della Repubblica, Uomo universale, onore della lingua e del pensiero francese.”
“Non lo conosciamo.
Chi chiede di comparire oggi davanti a questa corte del Cielo?”. “Il Signor Jean Guitton, Filosofo, Professore onorario alla Sorbona, membro dell’Accademia Francese.”
“Non lo conosciamo.
Chi chiede oggi di essere giudicato da Cristo Signore?”. “Jean Guitton, filosofo, peccatore.”
“Jean Guitton, peccatore”. “Lo conosciamo”
Questa volta, giunge questa risposta: “Lo conosciamo. Entri, lui che è uscito dal tempo, e sia introdotto nell’eternità perché si compia in lui l’opera della giustizia e della misericordia divina”.
Non conteranno titoli, meriti, onorificenze, cariche avute, carriere.. nulla! Conterà la consapevolezza di essere peccatori, bisognosi di stare per sempre insieme a Colui che è Amore che perdona.
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