Dio a modo mio.
Nel mondo delle religioni di tutti i tempi, l'uomo si è immaginato il divino, se lo è rappresentato con immagini, con sculture e con l'architettura.
Tra le rare eccezioni spicca la fede d'Israele: non solo non si deve fare un'immagine di Dio, ma nemmeno il suo nome è pronunciabile. Si tratta di un Dio misterioso e geloso della propria "privacy", tanto per usare un'espressione odierna? Era una strategia degli Ebrei per non farsi conoscere agli altri popoli? Eppure sappiamo che anche il popolo d'Israele aveva tentato di farsi un'immagine del suo Dio, quando dai pendenti e gioielli fusi ne era uscito un vitello, proprio come un toro che "mangia erba", così ironizza il salmo 106. In questa tentazione si nasconde l'insidia e il senso di quel divieto. Gli Israeliti si erano stancati di un Dio della Parola, di un Dio che parla al proprio cuore, alla propria coscienza, di un Dio che "cammina" e che dialoga. Gli Israeliti insomma volevano un dio alla loro portata, un "dio a modo mio".
Un dio cercato con l'intelligenza, con la filosofia, nei segni della natura e della storia appare sempre troppo lontano, un Dio invece che si rivela e si presenta può apparire troppo impegnativo: dunque più facile un "dio a modo mio". E questa insidia è ben radicata nella storia di tutti i tempi. Senza dubbio oggi sembra presentarsi con maggior evidenza, in un contesto di libertà di espressione e anche di anticonformismo. L’ insidia del "dio a modo mio" è sempre attuale ogniqualvolta non riusciamo o non vogliamo consentire a Dio che si presenti; quando ci appare troppo impegnativo, troppo sconvolgente, troppo "Dio" per essere così diverso, allora è più facile rifugiarsi in un dio a modo mio, in un dio che assecondi i miei desideri, o mi illuda di assecondarli.
Un libro, "Dio a modo mio. Giovani e fede in Italia" (2015), ci presenta uno spaccato del mondo giovanile nel suo modo di intendere o di rapportarsi con Dio. Perché accade di nuovo che Dio sia cercato a proprio modo, quando Gesù Cristo stesso ci ha rivelato il volto di Dio, e lui stesso si è consegnato all'umanità nella Chiesa? Forse siamo caduti nella tentazione di farci un'immagine di Dio, non sempre abbiamo testimoniato il vero Dio, abbiamo invece "trasmesso" un dio che non era proprio il Dio di Gesù Cristo. La provocazione del "dio a modo mio" ci stimola di nuovo a non scivolare nella facile insidia di non consentire a Dio di parlarci, di rivelarsi. E’ ritornare a Gesù perché incontrare lui è già incontrare il Padre.
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