L'affondo
Il monte degli ulivi
Dalla cima del monte degli ulivi si può vedere tutta la città Santa di Gerusalemme,perciò possiamo capire meglio perché Gesù vedendo la città pianse e pronunciò le parole raccolte da Luca, dal significato così forte e profondo.
Credo che il loro valore sia da intendere non solo perché Gesù prevedeva la distruzione della città e del suo bellissimo Tempio,ma, in particolar modo perché era già a conoscenza che di lì a poco sarebbe venuta la sua morte sulla croce per mano di quegli stessi uomini che pochi giorni prima lo esaltavano aprendogli le porte della città.
Nonostante questa profezia si sia realizzata più di 2000 anni fa, il messaggio che racchiudeva è tuttora valido e presente. Pochi giorni fa, in un intervista,una giornalista mi ha posto questa domanda: “Se Gesù scendesse sulla terra in questo periodo di conflitti e vedesse questa città, quali sarebbero le sue parole?”.La mia risposta l’ha lasciata perplessa:”Gesù oltre a piangere, si dispererebbe molto perché questa città non è più (o forse non lo è mai stata ) la patria della pace e della solidarietà come il suo nome la descrive ( Yeroshalaim ),e forse ha perso anche la santità che il suo nome arabo Al-Quds racconta”. Oggi abbiamo bisogno di riscoprire il mistero di questa città cercando di renderla davvero la capitale spirituale del mondo, perché questo era ed è il volere di Dio. Gerusalemme deve tornare ad essere il punto di incontro tra il cielo e la terra, tra Dio e gli uomini, tra tutte le religioni del mondo.
Abbiamo l’obbligo di continuare ad impegnarci per far diventare Gerusalemme un luogo condiviso in modo fraterno tra i popoli che la abitano. Un punto d’incontro tra le religioni del mondo, aperto a tutti, sia in tempo di pace sia di guerra e di conflitti, perché il desiderio di Dio è che Gerusalemme diventi la porta, il luogo di passaggio tra due mondi, quello terreno e quello dei cieli.
Solo in questo modo il Signore non piangerà più e questa città sarà davvero la città dello Spirito.
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