L'affondo
Vivere delle sorgenti
Di che cosa vivo io?
Io vivo di persone, innanzitutto. Mi fanno vivere le persone, dall’amore che mi ha concepito, agli incontri di ogni giorno, a sguardi che aprono oceani ed evitano naufragi, o semplicemente quando mi accorgo che a qualcuno importa di me e della mia vita. Io vivo dei miei desideri, delle mie passioni,: per la bellezza, per la musica, per la natura, per l’arte, per tutti quei germi di vita che la mano viva del Creatore ha messo dentro di me e che devono fiorire in pienezza, grano che deve raggiungere l’altezza del cuore. Io vivo delle mie sorgenti, come un fiume che vive se vivono perenni le sue sorgenti, come un albero vive delle sue radici. Io vivo di ogni cosa che apre nei miei giorni la dimensione del trascendente, e ne fa una vita verticale.
La Parola che crea universi, che disegna mondi, che semina futuro, "la Parola di Dio opera in voi che credete" (1Ts 2,13), "è viva ed efficace" (Eb 4,12): orienta, illumina, traccia strade, seduce, semina, abbatte le chiusure, penetra, pronuncia il mio nome più vero, la mia origine e il mio futuro. Ma soprattutto la Parola mi genera:"Ci ha generati con una parola di verità" (Gc 1,18) e poi ancora mi "rigenera da un seme immortale" (1Pt 1,23). Io vivo perché Dio pronuncia, ora, il mio nome, perché lui mi pronuncia.
La Parola è un incremento di vita in noi: questa è l’esperienza di ogni ritorno alle sorgenti.
Ermes Ronchi
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