L'affondo
Maria porta della speranza
La delicatissima antifona che si canta ai vespri nella memoria dei Santi Gioacchino ed Anna, così parla di Maria:" Dalla nobile stirpe di Jesse è spuntato un grazioso virgulto, sul quale è sbocciato un fiore stupendamente profumato".
Nacque, infatti con Maria, la pianticella della speranza che avrebbe finalmente dato il fiore della promessa, quella seminata nel cuore di Abramo e di tutta la sua discendenza.
E poiché la speranza era la piccola sorella della fede che guardava con occhi ridenti il futuro, Maria venne nel mondo come una splendida aurora che annuncia il giorno della Salvezza.
Anche se il mondo allora non se ne accorse e ancora oggi, in molti luoghi, sembra ignorarlo, quella nascita a Nazaret di Galilea cambiò l’aspetto dell’universo: gli recò una luce nuova, un’immacolata trasparenza che rendeva più dolce a Dio il discendere sul pianeta terra per stabilirvi la sua dimora.
Sulla speranza si è facilmente tentati di fare poesia, ma in realtà questa virtù teologale è caratteristica dei forti, di coloro che attraversano i flutti tempestosi della storia e dell’umana esistenza stando "disperatamenta" al timone della navicella e puntando lo sguardo nella notte fonda, finchè appaia una piccola luce, anche una sola fra cumuli di nubi persistenti.
Proprio con l’immagine della "stella mattutina", la Chiesa saluta la santa Vergine volgendo a lei lo sguardo, poiché "la Madre di Gesù, come in cielo, glorificata ormai nel corpo e nell’anima, è immagine e inizio della Chiesa che dovrà avere il suo compimento nell’età futura, così sulla terra brilla ora innanzi al peregrinante popolo di Dio quale segno di sicura speranza e di consolazione, fino a quando non verrà il giorno del Signore" (Lumen gentium 68).
Colei che è già nella gloria del cielo e che noi contempliamo come fulgido segno di speranza, è stata come noi pellegrina sulla terra e ha consumato i suoi piedi camminando su aspri sentieri, ha consumato il suo cuore in giorni e notti pieni di umani struggimenti e di angosce. Ma non poteva fare a meno, nella sua normale esistenza quotidiana, di vedere il senso della propria vita in relazione alla persona del figlio; cresceva nella speranza vivendo da vera povera, che poteva contare soltanto su Dio, sull’Onnipotente che le aveva dato quell’unico Figlio di grazia.
Anna Maria Canopi
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