letterina 20100411

L'affondo

 Ciò che salva è la relazione

Mi ha sempre colpito un aspetto della cultura ebraica, così come la narrazione biblica ce la rappresenta. Ed è il suo aspetto peculiare, che la differenzia, per esempio, dalla cultura greca, così fortemente connotata da grandi sistemi di pensiero, si potrebbe dire da grandi manuali di risposte. Nella cultura ebraica non esistono risposte, esiste una storia, la narrazione di una storia, che ti lascia a volte a bocca aperta, perché non c’è mai terreno sicuro sotto i piedi, non si sa dove si va a finire, ci sono più domande che sicurezze. Uno dei personaggi che più ne interpreta lo spirito è Abramo: lui parte e non sa per dove e non sa se ci arriverà mai. E difatti non ci arriva, ma non è importante. La sua vita e la sua grandezza staranno infatti tutte in quel suo partire e cercare, nel suo interrogarsi ed interrogare. Non è che la cultura greca non abbia prodotto storia, ma è un’altra storia, un altro tipo di vita e di rapporti. C’è una bellezza statica, cha sa a volte di appagamento, c’è la solitudine dell’uomo di fronte al proprio destino. Il racconto biblico appare sconcertante, se lo leggi non come libro religioso, ma come chiave di vita per l’essere umano. Non ci sono risposte compiute e spiegazioni, o meglio ... poi una risposta appare ed arriva chiara, anche se non sembra tale. E la risposta è: un’alleanza, dice la Bibbia, un rapporto, un’amicizia.
Oggi la psicologia moderna direbbe: "la relazione", che non è di fatto la risposta razionale alle tue domande, ma è la condizione che risolve. Nella relazione magari le risposte che tu cercavi non ci sono, tu continui a saperne quanto prima, ma non ti interessa più, perché hai già quelo che ti serve. Sembra un paradosso, ma non lo è affatto. Oggi più che mai questa verità appare un’evidenza così sconcertante ed inconfutabile, come non, o era mai stata in altra epoca. Ogni sistema di riferimento infatti è andato in crisi, sembra che non ci siano più strade sicure ed uguali per tutti. E questo potrebbe non essere una disgrazia, perché ci obbliga a riflettere, a farci domande, a cercare nuove soluzioni. E nuove forme di relazione.

Pier Luigi Ricci

 

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