letterina 20101205

L'affondo 

E salga.

 

La Bibbia ebraica finisce con una frase sospesa:” Chiunque di voi fa parte del suo popolo, il suo Dio sia con lui e salga” (2Cr 36,23).
“E salga a Gerusalemme”, comprende il lettore che ha letto quanto precede e ha fatto sue le parole del salmista:
”Se ti dimentico, Gerusalemme, si inaridisca la mia destra!
La mia lingua si attacchi al palato se perdo il tuo ricordo,
se non metto Gerusalemme al vertice della mia gioia” (Sal 137,6)

 

Dove salire infatti, se non verso le alture di Gerusalemme?
Con questa conclusione la Bibbia ebraica si pone interamente sotto il segno del pellegrinaggio. L’esperienza ultima del lettore è mettersi in cammino e salire, verso la Gerusalemme terrena o, in maniera ancor più definitiva, verso la Gerusalemme celeste.
Per il pellegrino biblico, tuttavia, la strada da imboccare rimane quella delle parole, quella della lettura del libro che ha con sé.
Da qualunque esilio egli ritorni, per lui la Bibbia è divenuta, come scrive il poeta Heinrich Heine, “una patria portatile”.
Leggere la Bibbia sino in fondo è diventare pellegrini; diventare pellegrini biblici è accogliere il libro delle Scritture come guida delle nostre strade, divine e umane, da percorrere sino alla Gerusalemme di Dio.


“Per misericordia di Dio sono uomo e cristiano, per opere gran peccatore, per vocazione pellegrino senza dimora, del ceto più umile, che va forestiero di luogo in luogo. I miei averi sono: una bisaccia di pan biscotto sulle spalle, e in seno la sacra Bibbia, ecco tutto.” Racconti di un pellegrino russo


Jean-Pierre Sonnet

Numeri telefonici dei sacerdoti dell’Unità Pastorale:

Don Lorenzo (Gromlongo) 035 540059 ; 3394581382.

Don Umberto (Barzana) 035 540012; 3397955650.
Don Paolo (Burligo) 035 550081.
Don Giuseppe (Palazzago) 035 550336 ; 3471133405.


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