Quando le senti dici “poverino” o “che ignorante” o “ossignore”, “amen”... Ma quando le vedi anche scritte non sai più cosa pensare. Perché se una può scappare accidentalmente, scriverla prevede l’averla pensa- ta, trovare qualcosa per scrivere, individuare qualcosa su cui scrivere e decidere di scriverla. E decidere di scriverla per intero. Insomma è più facile dirla. Ah, non ho ancora detto cosa: la bestemmia. Ne ho viste scritte sullo scooter, sui banchi di scuola, sui manifesti, sui cavalcavia. E ne ho sentite addirittura come suoneria di un cellu- lare: Sì, una dopo l’altra, come una litania ininterrotta. Cose da non credere. Valli a capire questi progressi della tecnica. Ridere? Piangere? Relativizzare? C’è poi chi dice di farlo per abitudine. Può essere un attenuante? Non sono sicuro; come non si può amare per abitudine, né credere, nè perdonare. E c’è chi l’ha fatto diventare un intercalare a intervalli regolari. Intervallo tra una bestemmia e l’altra con dentro niente. Un po’ come un osso. Buco. Ma lì dentro almeno qualcosa c’è. Nella testa di chi bestemmia? Mi consolo un po’ con questa frase di Majakowsky: “ Io ti bestemmio perchè ho paura d’abbracciarti”. Che ci sia tanto bisogno di abbracci?
Numeri telefonici dei sacerdoti dell’Unità Pastorale:
Don Lorenzo (Gromlongo) 035 540059 ; 3394581382. Don Umberto (Barzana) 035 540012; 3397955650. Don Paolo (Burligo) 035 550081. Don Giuseppe (Palazzago) 035 550336 ; 3471133405.