letterina 20110507

L'affondo 

La beatificazione di papa Wojtyla

La beatificazione di Karol Wojtyla è avvenuta in piazza san Pietro. In piazza. Le ovvie ragioni pratiche  – dare un minimo di spazio alla massa enorme di gente arrivata da tutte le parti del mondo  –  non cacenllano i significati simbolici dell’evento. La piazza è un po’ chiesa: lo spazio nel quale il “mondo” che sta fuori, quello del bailamme cittadino, viene parzialmente filtrato per preparare il fedele a entrare nella chiesa. Per questo un buon sagrato ha sempre un disegno, come a condurre, a portare per mano verso la chiesa. La quale, oltretutto, inizia a presentarsi nella facciata dove spesso alcune immagini che si troveranno dentro si affacciano. Questo è vero di ogni piazza. Ma lo è soprattutto di piazza san Pietro, con il suo specialissimo disegno, la scalinata che porta leggermente verso l’alto, le molte statue che la ornano e gli innumerevoli simbolismi che le vanno dietro, da sempre. Ecco: la beatificazione di Karl Wojtyla è avvenuta lì. Mi pare che il significato più forte che ne vien fuori è questo: la cerimonia è un sacro che tende a diventare profano e viceversa.
È un sacro che tende a diventare profano perché la cerimonia, con il suo carattere altamente ufficiale, è certo una cerimonia della Chiesa ma che tracima fuori della chiesa e diventa anche evento epocale che sigilla un personaggio chiave degli ultimi decenni.
Ma la cerimonia è un evento profano che diventa sacro. Le bandiere, i luoghi di provenienza, i vestiti, i gruppi le stesse autorità civili sono arrivate lì per avere lì – anche senza volerlo – una qualche forma di “consacrazione”, come parte seppure limitata di una cerimonia religiosa e di quella cerimonia religiosa. Con tutti i vantaggi di una coincidenza del genere e con qualche ambiguità, facilmente intuibile peraltro. Ma forse inevitabile, con qualsiasi personaggio storico. E soprattutto con Karol Wojtyla che ha rappresentato sempre l’incrocio irrepetibile fra un personaggio storico unico e un impareggiabile uomo di Chiesa.  

Dal blog: Cristiani e società  

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