letterina 20110618

L'affondo 

Insieme per essere

Se è vero che la Chiesa è “popolo adunato nell’unità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”, come dice il Concilio; se è vero che invochiamo lo Spirito perché tutti “diventiamo un solo corpo e un solo Spirito”, come si esprime la liturgia della messa; se è vero che la Chiesa è”propaggine della comunione divina”, come scriveve Romano Guardini; se è vero che essa è “icona della Santissima Trinità”, come si esprimono i teologi di oggi, nel senso che viene dalla Trinità, è strutturata a immagine della Trinità, e ve verso il compimento trinitario della storia; se, dunque, la Trinità, è la sorgente, l’immagine esemplare e la meta ultima della Chiesa; se è vero tutto questo...bisogna concludere che, come nella SS. Trinità, anche nella Chiesa la comunione delle persone entra nel suo costitutivo essenziale.
Comunione che non  nasce dalla necessità di stringere le fila o dall’urgenza di serrare i ranghi per meglio far fronte al mondo che c’incalza. La comunione nasce da una ineluttabilità ontologica, dall’essenza stessa, non da un calcolo aziendale.
Insieme, quindi, per essere. 
Non certo per contare di più, incidere di più, per produrre di più, per apparire di più!
Non si nasconde il  ragionamento del proverbio che dice:”lunione fa la forza”, ma c’è, invece, l’esigenza di far capire che se l’albero è la Trinità, mistero di comunione, la Chiesa, che su quell’albero matura, non può vivere la disgregazione delle persone, il molecolarismo dei progetti, la frantumazione degli sforzi.
Se no, non è Chiesa. Sarà organizzazione  del sacro, consorteria di beneficenza, fabbrica del rito, multinazionale della morale. Ma non chiesa.
 
Sarà solo  un caso che la nostra Comunità ha, nel logo dipinto  nell’antisagrestia con le sette chiese, un cartiglio, con la frase della preghiera di Gesù nell’ultima cena:”Ut unum sint” (che tutti siano una cosa sola)?  Mah...  

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