letterina 20111008

Q come Quotidiano

In una sorta di vocabolario del cristianesimo, sotto la  Q  potremmo mettere la parola quotidiano, con la quale possiamo leggere la prima tappa del nostro cammino pastorale: Entra nel profumo delle quotidianità. E non c’è bisogno né di forzarla né di stirarla: per quanto umile e dimessa – o proprio per questo? – essa incrocia i misteri centrali nella nostra fede. Provare per credere. La Trinità: “Io oggi ti ho generato”, dice il Padre al Figlio. L’incarnazione: “Oggi è nato il Salvatore”, cantano gli angeli a Natale. La morte del Crocifisso: “Oggi  sarai con me in paradiso”, promette Gesù al ladrone pentito. La resurrezione, che non relega Cristo nel passato, ma lo rende presente sotto qualsiasi cielo, in qualunque giorno della storia: “Io sono con voi tutti i giorni…”.Ma questa parola fa parte anche del nostro vocabolario. Troppe volte rischiamo di avere  –  e di dare!  – un’immagine distorta del cristianesimo: come se fosse un’accozzaglia di tante cose da fare, una somma interminabile di impegni da assumere, una minutaglia sparpagliata di regole e di precetti da osservare. Non è questa la logica dell’incarnazione.  “Il mistero dell’incarnazione di Dio nella storia conferisce alla vita una “grandezza religiosa”: un orizzonte incommensurabile si apre sul quotidiano, che diventa luogo dell’incontro con Dio, sacramento continuo della sua presenza. Sono contenute qui anche le dimensioni del nostro impegno: vivere fedeli al Signore Gesù significa ripetere nella nostra vita la sua vita, con la stessa radicalità e semplicità”. Da ripetere: radicalità e semplicità. Il vangelo del quotidiano si colloca proprio a questo incrocio. Il cristianesimo non è una proposta eccezionale per persone straordinarie, e la carità – che è il carisma più grande, ma non perché è il più singolare – non è un’enorme quantità di rinunce e di sacrifici, ma l’amore negli atteggiamenti più feriali e normali: umile, mite, tollerante, fiducioso…Ma la vita è fatta soprattutto di quotidiano, e comunque anche le scelte più alte e difficili maturano proprio nel quotidiano, nel lento, monotono, oscuro giorno per giorno. Il vero cristiano è colui che vive ogni giorno come fosse l’ultimo, come fosse il primo, come fosse l’unico, secondo l’ammonizione di Dante: “Pensa che questo dì mai non raggiorna”.     
+Francesco Lambiasi

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