Stavo pensando al modo di partire con la raccolta da destinare a una delle comunità che incontreremo in Terrasanta, nell’ottobre prossimo, per portare un piccolo aiuto ai cristiani che faticano a restare nella terra di Gesù . Abbiamo abbozzato questa proposta negli incontri di presentazione dell’anno pastorale e in quelli specifici che stiamo facendo per il pellegrinaggio. E mi piaceva partire proprio nel tempo di Natale, il tempo dell’incarnazione del Verbo. L’occasione mi si presenta su un piatto d’argento, (anzi, in un cilindro di latta) in uno dei giorni della novena di Natale: messa al mattino, alle 9.00, in chiesa parrocchiale, con quel sentore di famiglia che si crea a celebrare nella chiesa madre per una settimana di fila (non succede mai, perché si gira ogni giorno nelle varie frazioni) e con un itinerario graduale. Dopo la messa, il caffè al bar, davanti alla chiesa, con le “fanciulle” (dal mezzo secolo in su) che poco prima hanno invocato il Signore del Natale con le antifone “O”. Uscendo dal bar, Zheng mi porge un bussolotto dicendo: ”Don, è per la Parrocchia. Sono le monetine dei resti “. Preso alla sprovvista, tra il meravigliato e lo smarrito, prendo un po’ di tempo dicendo che li tenga lui, per la famiglia, che non è il caso. Ma lui insiste: ”No, sono per la Parrocchia, così dicevo a chi lasciava il resto. Adesso è pieno”. Prendo tra le mani il salvadanaio di latta, pesante, non senza stupore e quasi con rincrescimento nel privare lui di queste monete. Lo porto in chiesa, ancora meravigliato di questo gesto: non tanto per le monete in se stesse, quanto per il pensiero e il modo così gentile – cinese, vorrei dire- di essere attenti. Penso che non si possa fermare questo gesto solo a noi: sarà allora questa somma, la base di partenza di ciò che porteremo in Terrasanta. Il resto lo raccoglieremo man mano. Ma questa partenza è ancora più preziosa dei 288 euro che contiene, perché dentro c’è tutta la gratuità e l’attenzione di chi poteva giustamente pensare a sé e invece… Non ho potuto non fare una foto a quel salvadanaio, vedendo in filigrana i volti di chi ha fatto questo gesto. Mi sembrava bello comunicarlo a tutti, all’inizio del nuovo anno, come augurio: avere occhi per il bene, da qualsiasi parte arrivi e far tesoro di lezioni di vita inaspettate…
buon anno
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