Mentre portiamo avanti il CRE sul tema della Parola, riflettiamo su quella Parola che, anche con i ragazzi, ogni giorno pronunciamo:Padre. La Bibbia è piena di nomi di Dio: pastore, sorgente, fuoco, rugiada, vino, amante, braccio forte, carezza. All’Altissimo si addicono tutti i nomi. Un salmo lo chiama roccia e nido (Cfr. Sal 84,4), un’altro lo chiama sole e scudo (Cfr Sal 5,13). Mille sono i nomi di Dio, ma c’è un ultimo nome, il nome segreto, quello più importante, che è rivelato al singolo e che nessun altro conosce, quello che solo tu sai pronunciare, il nome che dà a Dio la tua fede, un nome non fatto di suoni, ma di emozioni, è il tuo segreto tra te e l’Amato, il tuo sapore di Dio, nato dal tuo dolore e dalla tua gioia, che ti viene dall’averlo qualche volta sentito, in qualche modo sfiorato con le dita dell’anima. È come quando due persone iniziano ad amarsi e si ripetono l’una il nome dell’altra, e tornano nell’intimo a dire e ridire quel nome, perchè in quel nome c’è la persona, tutta l’emozione di una presenza. Io devo santificare quel nome unico, vale a dire metterlo al centro della mia vita, non farne un simbolo sul muro, un ciondolo al collo, un dovere domenicale. Quanti cristiani sono credenti alla domenica e idolatri per il resto della settimana. Il Padre nostro si apre con la parola più tenera, Abbà, e si chiude con la parola che evoca l’angoscia del dramma: il male. Tra questi due estremi dell’esistenza umana, Gesù elenca sette richieste, modello di ogni domanda, verifica di ogni desiderio. Le prime tre richieste si riferiscono alle “cose del Padre”, le altre quattro a quelle dell’uomo. L’uomo si interessa della causa di Dio, e Dio è chiamato a prendersi a cuore la sorte dell’uomo. Come due che si amano, uomo e Dio si interessano ciascuno della vita dell’altro. Ecco che cosa accade nel Padre nostro e in ogni vera preghiera: una comunione, un mescolarsi, un misterioso scambio tra le cose del cielo e quelle della terra. L’orante con il Padre nostro ormai cammina sulla terra <<come una finestra di cielo, colmata d’azzurro>>
(A. Pozzi).
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