...continua L'ABC della fede...
7 - I "TRE CROCIFISSI"
Nel pomeriggio del Venerdì Santo sulla collina del Calvario ci sono tre crocifissi: spettacolo tremendo e crudele agli occhi dei circostanti. Ma agli occhi degli angeli, che vedono al fondo delle cose, è la raffigurazione più eloquente dell’intera vicenda umana. C’è appeso alla croce, il Figlio di Dio fatto uomo, che porta a compimento la sua missione e viene costituito così principio di rinnovamento del mondo. C’è il malfattore pentito che con un breve e intenso atto di fede, si assimila interiormente a Cristo e raggiunge una salvezza insperata. Ma c’è anche il malfattore ribelle che impreca contro Gesù. Siamo tutti rappresentati in questa scena, in ciò che possiamo decidere e in ciò che non possiamo decidere. Possiamo decidere di credere, vale a dire di affidarci al disegno del Padre che ci vuole conformi all’immagine del figlio suo (Rm 8,29); e così, nelle nostre immancabili sofferenze, diventiamo in Gesù comprincipio della redenzione dell’universo. Ma purtroppo possiamo anche decidere di non credere perché siamo liberi di fronte all’atto di fede. Non siamo invece liberi di schiodarci dalla croce di un’esistenza che non è mai senza pena. Il Signore ci aiuti a scegliere bene. Allora il Venerdì Santo sfocerà nella Pasqua di gioia e di gloria. Perché questa è la fede: ripercorrere sino in fondo, sino al lieto fine, la vicenda salvifica del Crocifisso Risorto. * Su Liberi incroci, leggo: L'amministrazione di un Comune è roba seria: si deve parlare di soldi, lottizzazioni, Governo del Territorio, affari da maschi. Per le donne è sempre "meglio l'uncinetto". Mi permetto di evidenziare che le donne a Palazzago fanno tutto quello che i maschi vedono bene nelle loro case e in più partecipano anche alla celebrazione nei giorni feriali, fanno l’adorazione, puliscono e riordinano gli spazi comunitari, fanno i ravioli, sistemano i fiori, leggono, fanno e partecipano alla catechesi, si dedicano agli altri e amano. Bisognerebbe intendersi se coltivare il paese dell’anima è meno “maschio” che interessarsi della “cosa pubblica” . O comunque si può fare l’uno senza escludere l’altro. Alla fine, forse, sono proprio i “maschietti” di tutte le età a deficere...
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