letterina 20121215

 

Una lettera dal terremoto

Gentilissimi parrocchiani e parroco, Vi stiamo scrivendo dalla Parrocchia di Disvetro, una piccola frazione di Cavezzo (MO), epicentro del terremoto del 29 maggio. Scriviamo a voi perché come noi, avete per PATRONO SAN GIOVANNI BATTISTA.
Come parrocchia abbiamo perso tutto: la Chiesa del 1700, la canonica con le stanze per il catechismo, l’ex-asilo con il circolo ANSPI. Anche come comunità civile non siamo messi meglio: abbiamo perso le scuole e molte case coloniche.
Restano aperti un fornaio e una parrucchiera.
In Regione e in Diocesi purtroppo non se ne parla proprio di ricostruzione per Disvetro. Il nostro desiderio è arrivare ad avere il più presto possibile un luogo per celebrare la S. Messa alla domenica. Potrà essere una tensostruttura, un prefabbricato in legno, tutto dipenderà dagli aiuti che riusciremo ad avere.
Con l’avvicinarsi del S. Natale, dove si intensificano le iniziative caritative, vi chiediamo di provare a pensare concretamente a noi e al nostro progetto “UNA CHIESA PER DISVETRO”. Sul sito www.parrocchiacavezzo.it troverete notizie sull’unità pastorale Cavezzo Disvetro Motta e potete scrivere mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o telef. Famiglia Pedrazzi Maurizio 0535-46678.
Vi alleghiamo alcune foto di come eravamo e come siamo ora.
Vi ringraziamo tantissimo per il tempo che ci avete dedicato. Vi ricorderemo nella preghiera in queste domeniche di avvento dove il nostro Patrono ci indicherà la strada giusta da seguire.

I parrocchiani di S. Giovanni Battista di Disvetro

col parroco Dallari Don Giancarlo


Riceviamo questa lettera proprio nella settimana in cui il Vangelo dell’Avvento è carico di domande: ”Che cosa dobbiamo fare”?, rivolte a Giovanni Battista da tutte le categorie di persone. E’ una provocazione che ci interpella. Vediamo cosa possiamo fare. Partiamo con 200€ delle signore dei ravioli, aggiungiamo ciò che ricaveremo dai “presepi del parroco” (che avevo pensato per la Casa di Comunità, ma qui c’è chi non ha più niente) e continueremo... con un Natale di solidarietà.

 

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