Quando si tratta di religione, la parola che deve per forza entrare nel discorso è la parola “salvezza”. Senza il tema della salvezza la religione diventa un insieme di concetti astratti, di comandi morali, di divieti, di cerimonie rituali; un insieme che di solito suscita poca curiosità e poco interesse. Se invece si percepisce che nella religione vi è in gioco la salvezza, allora sentiamo che la cosa ci tocca da vicino. Che cosa vuol dire che uno è “salvo”? Salvo – dicono i vocabolari – è chi ha superato un pericolo senza danno ed è stato liberato da un male incombente. Ogni uomo – che non sia del tutto intorpidito e perso – avverte di essere “insidiato”: c’è il male che sovrasta. Perciò diventa spontaneo e necessario il pensiero, il desiderio – anzi l’ansia – di riuscire a cavarsela. Ci sono dei mali universali e assoluti, ad esempio: Il non sapere se la vita abbia un’ultima verità, l’ignorare il perché dell’esistere; il non essere stati all’altezza, nel nostro comportamento, di ciò che è giusto e doveroso; il dover incontrare la realtà inevitabile della morte, che vanifica tutto. Abbiamo dunque tutti bisogno di essere “salvati”. E per fortuna un “Salvatore” esiste e ci è stato donato. Ma non tutti lo accolgono. C’è chi vuole salvarsi con le sole sue forze. Ci sono stati e ci sono tra gli uomini diversi tentativi di autoredenzione. Gli illuminati scientisti dell’Ottocento pensavano che per salvare l’uomo fosse sufficiente insegnargli la teoria copernicana, il darwinismo e il sistema metrico decimale. Altri hanno creduto che bastasse l’attesa del “sol dell’avvenire”: il “sole” di una società senza classi e senza ingiustizie. Oggi alcuni sembrano essere convinti che la salvezza dell’uomo sta nel “salutismo” (e così si impongono le diete ferree che li fanno vivere malati in modo da farli morire da sani); o nelle tecniche sessuali (e così riducono l’amore a una specie di ginnastica senza significato e senza finalità); o nell’informatica sempre più sofisticata (e così in tempo reale ci fanno sapere tutto, tranne ciò che davvero conta). Questa “salvezza laica” davanti alla realtà autentica si dissolve. “All’apparire del vero – tu misera cadesti” per dirla col Leopardi. La salvezza va cercata altrove, e precisamente nell’unico Salvatore che Dio nostro Padre ci ha dato.
+Giacomo Biffi
Il Consiglio d’Oratorio ha deciso di annullare la serata di Carnevale in programma per il 9 febbraio nel Teatro dell’Oratorio, per la concomitanza di un’altra manifestazione identica presso l’Area socio-ricreativa. Si riserva di fare altrettanto per le prossime feste in calendario per marzo e maggio (già indicate sulla Guida pastorale che viene portata nelle case nel settembre-ottobre di ogni anno), vista la coincidenza riscontrata sui volantini, di altre feste, proprio nelle stesse date.
P.S In segreteria e in chiesa (anche sul sito è pubblicata cliccando QUI) ci sono ancora copie della Guida pastorale: magari, nella programmazione delle diverse agenzie, si potrebbe tener conto di ciò che già è programmato per tempo, per essere davvero PRO (cioè PER) e non contro il luogo, paese, territorio...
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