Gesù di Nazaret, il Figlio di Dio nato a Betlemme, crocifisso per noi e risorto, non è “un” salvatore: è “il” Salvatore, unico e necessario. E’ dai primordi della nostra fede una certezza fondamentale. La raccogliamo dalle labbra dell’apostolo Pietro: In nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale è stabilito che possiamo essere salvati (At 1,12). Gesù è dunque il Salvatore indispensabile per tutti gli uomini senza eccezioni. Questo è un punto un po’ annebbiato: molti cristiani, dal giusto apprezzamento dei molti valori presenti nella realtà extra-ecclesiale e extra –cristiana, deducono indebitamente che c’è una pluralità di strade che conduce a salvezza. E invece Dio nostro Padre non ha pensato a Cristo come a un “redentore facoltativo”, quasi un “optional” nel multiforme meccanismo del riscatto del mondo, ma come a un salvatore sostanziale e insostituibile. Il disegno del Creatore non è schizofrenico: tutto è unificato in Cristo, nel quale tutte le cose sussistono. Gesù è l’unico Salvatore. Dobbiamo allora pensare che chi non è esplicitamente cristiano per ciò stesso sia destinato a perire? Certamente no! La parola di Dio su questo punto è inequivocabile: Dio – sta scritto – vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità (1 Tm 2,4). Nessuno quindi, può andare perduto, se non perché colpevolmente chiude gli occhi alla luce che viene da Cristo e chiude il cuore alla sua grazia. E questa luce, questa grazia, proprio in virtù della redenzione operata da Gesù sono offerte a tutti dalla generosità del Signore. Con l’effusione del suo Spirito, che non ha confini, Gesù è in grado di illuminare e santificare ogni coscienza, anche quella di coloro che ignorano il suo nome e la sua azione salvifica. Illuminerà e santificherà nelle forme concretamente possibili, che solo a lui sono note. Noi però dobbiamo preoccuparci e darci da fare che Egli sia conosciuto e amato anche esplicitamente da tutti i nostri fratelli; senza una comunione cosciente e personale con il loro Salvatore, gli uomini vivono in condizioni di oggettiva povertà spirituale e di sottile tristezza.
+Giacomo Biffi
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