Gesù Cristo è l’unico Salvatore “del mondo”. Del mondo: cioè dell’intero universo. C’è dunque una dimensione cosmica della salvezza fondata sulla verità che tutte le cose sono state create in Cristo, per mezzo di Cristo, e in vista di Cristo (cf. Col 1,16). Appartiene quindi alla visione cristiana la positività di un giudizio circa le realtà terrene, anche materiali, e l’atteggiamento di fiducia e di stima con cui vanno guardate: sono state sì sconvolte e deturpate dal peccato, ma dall’azione redentrice di Cristo sono state anche riconciliate. Anche la natura perciò ci è cara. Non la idolatriamo e non la poniamo sopra l’uomo, perché proprio dal fatto di essere al servizio dell’uomo essa desume ogni dignità e valore. Però l’amiamo e la rispettiamo soprattutto perché anche nella natura ravvisiamo un riverbero della bellezza del Signore e anche su di essa si esercita la volontà del Figlio di Dio, che si è fatto uno di noi, di purificare e trasfigurare tutto secondo l’unico disegno del Padre. Cristo, dice san Paolo, è il salvatore del suo corpo che è la Chiesa (Ef 5,23), in tutte le sue membra che siamo noi. Ci salva uno ad uno, e non da lontano: ci salva restando vicino a noi, immanente e attivo entro la comunità dei suoi fratelli. Il mezzo con cui il Signore Gesù raggiunge la massima intensità della sua presenza è il sacramento del “Corpo dato” e del “Sangue versato”, posto tra le nostre mani sotto i segni del pane e del vino. Davvero nell’Eucarestia si realizza, con una pienezza che noi non avremmo nemmeno saputo immaginare, l’ultima promessa del Crocifisso vivo e glorificato: Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo (Mt 28,20). Dall’Eucarestia, riscoperta e assimilata come il sacramento di ogni salvezza, tutto potrà rifiorire; e noi, Chiesa del Signore e Redentore che rimane con noi, potremo vivere nella gioia, nella gratitudine, nella fierezza di essere per una insperata misericordia il popolo dei salvati.
+Giacomo Biffi
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