La storia della salvezza incomincia così: Abramo ascolta. Ascolta ”vattene, vattene”(Gn12,1) la fede incomincia con qualcuno che parte. Lascia la fede dei genitori, quella della messa alla domenica con il vestito della festa, gli spiccioli in tasca per fare l’elemosina, gli amici che piacciono a mamma e papà, le parolacce che non si dicono e il buon nome della famiglia sopra ogni cosa. ”Vattene dalla tua patria, dalla casa di tuo padre “, da tutti quei diritti che sono tuoi perché ti spettano perché è casa tua quindi sei re. Ascolta : vattene dalle tue pretese. In fondo, se anche poi avrai ragione, che ci avrai guadagnato? Ascolta per non perdere l’altro. E per non perdere Dio. Chi ascolta attraversa il dolore. Piange, ma non ne resta schiacciato, perché chi per una volta almeno ha ascoltato la Voce sa trasformare le situazioni difficili della vita in occasioni per amare. Per amare di più e fino alla fine, anche quando il cuore è tradito, le aspettative deluse, il corpo provato, il buon nome infangato. La parola è come un’ancora. È come una zattera. Quando l’hai cercata e meditata di notte, quando ti è stata annunciata nelle difficoltà, quando hai accettato che solo la Parola, e la Parola della Pasqua, potesse entrare in casa tua nei giorni del lutto e del pianto fugando le parole leggere della gente venuta per consolarti, allora hai ascoltato... La via della fecondità passa attraverso l’ascolto. Non chiederti perché nella tua vita non ci sono frutti. Piuttosto: perché non ascolti? E attento, non ti confondere. I frutti non sono ”risultati”. I risultati sono traguardi che raggiungi con le tue forze, molti complimenti … e poi finisce lì. E ti abbagliano. Il frutto è qualcosa che in sé porta la vita, produce altra vita. Possiamo essere uomini e donne dai grandi risultati rischiando però di non contagiare di vita nessuno. Giochiamo tutta la nostra libertà scegliendo a quale parola obbedire, quale voce ascoltare. Non hai il potere di far tacere ”le voci” ma puoi scegliere a chi dare retta. E tu? A quale parola obbedisci?
Suor Katia
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