letterina 20130223

... ascoltatelo ...

La  storia  della  salvezza  incomincia  così:  Abramo  ascolta.  Ascolta ”vattene,  vattene”(Gn12,1)  la  fede  incomincia  con  qualcuno  che  parte.
Lascia la fede dei genitori, quella della messa alla domenica con il vestito della  festa, gli spiccioli  in tasca per  fare  l’elemosina, gli amici  che piacciono  a  mamma  e  papà,  le  parolacce  che  non  si  dicono  e  il  buon  nome della famiglia sopra ogni cosa. ”Vattene dalla tua patria, dalla casa di tuo padre “, da tutti quei diritti che sono tuoi perché ti spettano perché è casa tua  quindi  sei  re.  Ascolta  :  vattene  dalle  tue  pretese.  In  fondo,  se  anche poi avrai ragione, che ci avrai guadagnato? Ascolta per non perdere l’altro.  E  per  non  perdere  Dio.  Chi  ascolta  attraversa  il  dolore.  Piange,  ma non ne resta schiacciato, perché chi per una volta almeno ha ascoltato la Voce sa trasformare le situazioni difficili della vita in occasioni per amare.  Per  amare  di  più  e  fino  alla  fine,  anche  quando  il  cuore  è  tradito,  le aspettative deluse,  il corpo provato, il  buon nome  infangato. La parola è come un’ancora. È come una zattera. Quando l’hai  cercata e meditata di notte,  quando  ti  è  stata  annunciata  nelle  difficoltà,  quando  hai  accettato che  solo  la  Parola,  e  la  Parola  della  Pasqua,  potesse  entrare  in  casa  tua nei giorni del lutto e del pianto fugando le parole leggere della gente venuta per consolarti, allora hai ascoltato...
La  via  della  fecondità  passa  attraverso  l’ascolto.  Non  chiederti  perché nella tua vita non ci sono frutti. Piuttosto: perché non ascolti?  
E  attento,  non  ti  confondere.  I  frutti  non  sono  ”risultati”.  I  risultati  sono traguardi che raggiungi con le tue forze, molti complimenti … e poi finisce lì. E ti abbagliano. Il frutto è qualcosa che in sé porta la vita, produce altra vita. Possiamo essere uomini e donne dai grandi risultati rischiando però di non contagiare di vita nessuno.
Giochiamo tutta la nostra libertà scegliendo a quale parola obbedire, quale  voce  ascoltare.  Non  hai  il  potere  di  far  tacere  ”le  voci”  ma  puoi  scegliere a chi dare retta. E tu? A quale parola obbedisci?

Suor Katia

 

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