Sole dei soli
Nella Via Crucis dei venerdì di Quaresima ci facciamo aiutare da alcuni scrittori italiani che si sono lasciati toccare dalla figura di Gesù e ne hanno raccontato, con la loro arte e creatività, la storia. Si tratta di Giovanni Papini, Luigi Santucci, Stefano Jacomuzzi, Ferruccio Parazzoli e Davide Rondoni.
Abbiamo cominciato con Papini, “una belva diventata agnello”. In questa espressione raccoglie il suo cammino di conversione che lo portò a scrivere la “Vita di Cristo”. Ma il suo cammino di fede non si fermò; il suo seguire Gesù divenne sempre di più un unica cosa con lui.
Negli ultimi anni della sua vita fu colpito da una malattia terribile che gradualmente lo paralizzò e lo portò addirittura a non riuscire più a parlare e tantomeno a scrivere, lui che era scrittore. Ma accolse la sua pena con forza, con coraggio: “Mi stupiscono, talvolta, coloro che si stupiscono della mia calma nello stato miserando al quale mi ha ridotto la malattia. Ho perduto l'uso delle gambe, delle braccia, delle mani e sono divenuto quasi cieco e quasi muto. Non posso dunque camminare né stringere la mano di un amico né scrivere neppure il mio nome; non posso più leggere e mi riesce quasi impossibile conversare e dettare. Sono perdite irrimediabili e rinunce tremende soprattutto per uno che ha la continua smania di camminare a rapidi passi, di leggere a tutte le ore e di scrivere tutto da sé, lettere, appunti, pensieri, articoli e
libri.”
L'esperienza delle contraddizioni dell'esistenza e della malattia lo portò a maturare un atteggiamento di sempre più grande abbandono nelle mani di un Dio il cui Figlio aveva fatto altrettanto. Si tratta del vero miracolo, quello della fede, cioè di una vita nuova che vive perché in essa vive Gesù: “E se un giorno sarai percosso e perseguitato dalla sventura e perderai salute e forza, figli e amici e dovrai sopportare l'ottusità, la malignità e la gelidità dei vicini e dei lontani, ma nonostante tutto non ti abbandonerai a lamenti né a bestemmie e accetterai con animo sereno il tuo destino, esulta e trionfa perché il portento che pareva impossibile è avvenuto e il Salvatore è già nato nel tuo cuore. Non sei più solo, non sarai più solo. Il buio della tua notte fiammeggerà come se mille stelle chiomate giungessero da ogni punto del cielo a festeggiare l'incontro della tua breve giornata umana con la divina eternità.”
Papini morì nella sua Firenze l'8 luglio 1956. Poco tempo prima di quel giorno era riuscito a far scrivere un suo pensiero a una delle amate figlie: Quando ai miei occhi di prossimo sepolto il sole per l'ultima sera varcherà le mura occidentali, Dio sarà sempre con me, sole dei soli.