Morti ambulanti...
Nel Credo, proclamiamo: “Aspetto la risurrezione dei morti”, ovviamente pensiamo alla risurrezione dei nostri corpi all’ “ultimo giorno”, secondo la promessa di Gesù (Gv 5, 28) ribadita più volte da S. Paolo (Rm 8,11…). Ma c’è una promessa di Dio già nell’A. T. a cui dobbiamo pure prestare attenzione, anche se non riguarda la risurrezione dei corpi.
Dice il Signore Dio: Ecco, io apro i vostri sepolcri, vi risuscito dalle vostre tombe, o popolo mio... Farò entrare in voi il mio spirito e rivivrete... L’ho detto e lo farò”. (Ez 37,12-14).
Sono parole che riguardano la liberazione del popolo dalla schiavitù, dalla perdita della propria dignità, dalla morte civile e spirituale. Riguardano tutte quelle persone che sono morte ancora prima di morire, morte dentro, persone anche giovani che non attendono niente, senza speranza, perché non hanno nessuna fede.
È un tema che sta molto al cuore al Papa soprattutto in riferimento ai giovani. Alla Gmg di Cracovia, il 28 luglio del 2016, ha ripetuto: “Mi addolora incontrare giovani che sembrano pensionati prima del tempo”. E, con animo accorato, si è rivolo a loro direttamente: “Non gettate la spugna prima di iniziare la partita!“. Francesco stesso spiega che, quando parla così, ha in mente i giovani “essenzialmente annoiati”, quelli che “camminano con la faccia triste, come se la loro vita non avesse valore”, quelli che vanno alla ricerca della “vertigine alienante” o di quella “sensazione di sentirsi vivi per vie oscure che poi finiscono per pagare e pagare caro”. In una parola che ha in mente gli zombi, i morti ambulanti.
Ma il Papa non ha presente solo i giovani. La nostra civiltà, così salutista e vitalista, è in realtà tutta intrisa di sintomi di morte. Francesco ne segnala con insistenza la causa. Gesù ci aveva detto che non si può servire Dio e il denaro. C’è qualcosa tra questi due che non va... che ci allontana da Dio. E, citando S. Paolo (1Tm 6, 2-12) ha detto: Quelli che vogliono arricchirsi cadono nella tentazione dell’inganno di molti desideri insensati e dannosi, che fanno affogare gli uomini nella rovina e nella perdizione. Il Papa si riferiva a quanti dicono di essere cattolici perché vanno a messa, ma “sotto sotto fanno gli affari loro” e ha ricordato che S. Paolo definisce questi cristiani: Uomini corrotti nella mente»! Il verbo corrompere indica, tra l’altro, proprio la decomposizione dei cadaveri.
Capiamo bene perciò che cosa vuol dire il Papa quando afferma: Gesù si è privato della vita per liberare dalla corruzione. Il tempo di Pasqua ci chiama a risorgere da questa corruzione e ad incamminarci sulla strada della vita.