letterina 20180520

Un ritiro speciale

Barbara ci racconta come è andato il ritiro itinerante dei ragazzi della Cresima, i 31 che in questa Domenica ricevono lo Spirito Santo.
Personalmente, il ritiro di venerdì mi è piaciuto tantissimo. E’ stato bello ascoltare le parole di don Giuseppe e vedere: il Battistero, il confessionale del Fantoni, la Cappella dei Santi e la cripta dei Vescovi. E’ stata abbastanza impressionante la storia del braccio del Crocefisso che si staccò per “accarezzare” la suora accusata ingiustamente.
La cosa che però mi è piaciuta di più delle altre e che ha lasciato un segno dentro di me è la mensa dei poveri del Patronato S. Vincenzo. All’inizio ci siamo seduti in una sala dove abbiamo parlato della Cresima con don Davide.
E’ stato super-interessante perché:
- don Davide ci ha spiegato il significato di alcuni gesti con le dita;
- perché attirava la tua attenzione con le sue parole e ti catturava con il suo inconfondibile modo di esprimersi. Devo dire che mentre lui parlava nemmeno in un istante mi sono sentita stanca o annoiata. Avrei potuto stare lì ore ed ore ad ascoltarlo. Dopo questo dialogo siamo andati a mangiare alla mensa. C’erano tante altre persone con noi a mangiare e nonostante tutto il cibo non era male.
Adesso arriva la parte più bella ed emozionante. Finito di cenare, le mamme hanno tagliato tutte le torte che avevamo portato e noi ragazzi siamo andati a distribuirle a tutti quelli che incontravamo (ovviamente all’interno del Patronato). Prevalentemente c’erano ragazzi di colore sui 20/30 anni. Tra tutti questi ragazzi c’erano anche tre bambini carinissimi! Erano tre cuccioli d’uomo, bellissimi. Io, Elisa G. e Giulia A. abbiamo offerto loro una fetta di torta e loro hanno più che gradito. Poi siamo andate nel “ripostiglio” delle bici e lì abbiamo incontrato un ragazzo africano che, in francese, ci ha chiesto i nostri nomi e in inglese se sapevamo parlare l’inglese. La cosa che più mi ha colpito è stato lo stupore di questo ragazzo quando ci siamo avvicinante e gli abbiamo offerto la torta. Ci guardava come se fossimo Dio sceso in terra. Davvero. Infine, abbiamo offerto la torta ai ragazzi che erano nel campo a guardare la partita di calcio dei loro amici. E qua, ad un certo punto, un giocatore corre verso di noi, ci chiede una fetta di torta e poi ritorna a giocare. Wow! Mi ha tirato fuori un sorriso gigante questo ragazzo.
Mi sento un po’ in colpa però, perchè arrivate a metà dei ragazzi che guardavano la partita, la torta era finita e non ce ne erano più! Dunque i ragazzi in fondo al campo non l’hanno mangiata. E per loro mi dispiace.
Comunque, se ci penso bene, credo che questa sia stata la giornata più felice che io abbia mai vissuto. Sono contenta per aver compiuto questo gesto verso tutti quei ragazzi poveri e con una vita difficile. Ho inoltre capito che aiutare il prossimo è un’opera bellissima e ti fa stare bene. Soprattutto ti fa sorridere continuamente. Così ho deciso che, appena avrò qualche anno in più, andrò a fare la volontaria al Patronato San Vincenzo.
PS. A dire il vero mi facevamo più impressione quelli bianchi che le persone nere.

 

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