letterina 20180930

La libertà è un tesoro da conservare

Papa Francesco ha concluso il viaggio apostolico (22-25 settembre) nelle Repubbliche baltiche, alle quali prima di partire ha scritto “La libertà è un tesoro da conservare”.
Anche i motti del viaggio sono densi di significato: in Lituania è “Gesù Cristo la nostra speranza”, in Lettonia è “Mostra di essere madre”, che ricorda la fede mariana della nazione e preconizza la visita al santuario internazionale di Aglona, e in Estonia è “Svegliati, cuore mio!”.
Proprio nella messa con cui si congeda dall’Estonia, dalla Piazza della Libertà di Tallinn, il Papa è tornato a declinare una parola – libertà – che è stata il “filo rosso” del suo viaggio , fin dalla prima tappa in Lituania.
“Alcuni si considerano liberi quando vivono senza Dio o separati da Lui”, la prima ipotesi vagliata da Francesco: “Non si accorgono che in questo modo viaggiano attraverso questa vita come orfani, senza una casa dove tornare. Cessano di essere pellegrini e si trasformano in erranti, che ruotano sempre intorno a sé stessi senza arrivare da nessuna parte”.
“Spetta a noi, come al popolo uscito dall’Egitto, ascoltare e cercare”, la consegna. “A volte alcuni pensano che la forza di un popolo si misuri oggi da altri parametri”, l’obiezione raccolta dal Papa: “C’è chi parla con un tono più alto, così che parlando sembra più sicuro – senza cedimenti o esitazioni –; c’è chi, alle urla, aggiunge minacce di armi, spiegamento di truppe, strategie... Questo è colui che sembra più forte”. “Questo però non è cercare la volontà di Dio, ma un accumulare per imporsi sulla base dell’avere”, il monito: “Questo atteggiamento nasconde in sé un rifiuto dell’etica e, con essa, di Dio. Perché l’etica ci mette in relazione con un Dio che si aspetta da noi una risposta libera e impegnata verso gli altri e verso il nostro ambiente, una risposta che è al di fuori delle categorie del mercato”.
“Voi non avete conquistato la vostra libertà per finire schiavi del consumo, dell’individualismo o della sete di potere o di dominio”, ha detto Francesco: “Dio conosce i nostri bisogni, quelli che spesso nascondiamo dietro il desiderio di possedere; anche le nostre insicurezze superate grazie al potere. Quella sete, che abita in ogni cuore umano, Gesù ci incoraggia a superarla nell’incontro con Lui. È Lui che può saziarci, colmarci con la pienezza della fecondità della sua acqua, della sua purezza, della sua forza travolgente. La fede è anche rendersi conto che Egli è vivo e ci ama; che non ci abbandona e, perciò, è capace di intervenire misteriosamente nella nostra storia; Egli trae il bene dal male con la sua potenza e la sua infinita creatività”. 

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