Influencer
Il Metro Park, intitolato a «San Juan Pablo II», a Panama City è una spianata di terra ed erba secca a un miglio dal Pacifico, tra svincoli autostradali e fondamenta di prossime costruzioni. Lì, Papa Francesco ha incontrato 600.000 giovani per la Veglia della Giornata Mondiale della Gioventù, ascoltando, prima del suo intervento, le testimonianze di un ex tossicodipendente, di un palestinese cristiano e di una famiglia di Panama con un figlio affetto dalla sindrome di Down. A questa il Papa dice: «Abbracciare la vita si manifesta anche quando diamo il benvenuto a tutto ciò che non è perfetto, puro o distillato, ma non per questo è meno degno di amore. Forse che qualcuno per il fatto di essere disabile o fragile non è degno d’amore?».
La mattina, celebrando una messa con sacerdoti e movimenti, aveva detto che «una delle peggiori eresie possibili nella nostra epoca» è «pensare che il Signore e le nostre comunità non hanno nulla da dire né da dare in questo nuovo mondo in gestazione». Ora scandisce: «Dire “sì” a questa storia d’amore è essere strumenti per costruire, nei nostri quartieri, comunità ecclesiali capaci di percorrere le strade della città, di abbracciare e tessere nuove relazioni. Essere un “influencer” nel secolo XXI significa essere custodi delle radici, custodi di tutto ciò che impedisce alla nostra vita di diventare “gassosa” ed evaporare nel nulla. Siate custodi di tutto ciò che ci permette di sentirci parte gli uni degli altri, di appartenerci reciprocamente», ha concluso: «Non abbiate paura di dirgli che anche voi desiderate partecipare alla sua storia d’amore nel mondo, che siete fatti per un “di più”!».
Sul palco, dietro le spalle del Papa, c’è una grande immagine che raffigura Gesù a braccia spalancate, l’immagine di un uomo giovane.
«La vita che Gesù ci dona non è una salvezza appesa “nel cloud” in attesa di venire scaricata, né una nuova “applicazione” da scoprire o un esercizio mentale frutto di tecniche di crescita personale. Neppure un tutorial con cui apprendere l’ultima novità. La salvezza che il Signore ci dona è un invito a partecipare a una storia d’amore che si intreccia con le nostre storie», spiega Francesco. Si tratta di rispondere «sì», dice il Papa, «il “sì” di chi vuole coinvolgersi e rischiare, di chi vuole scommettere tutto», come fece Maria: «Senza alcun dubbio la giovane di Nazareth non compariva nelle “reti sociali” dell’epoca, non era una influencer, però senza volerlo né cercarlo è diventata la donna che ha avuto la maggiore influenza nella storia».
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