letterina 20191013 - Con il dovuto rispetto (13)

Con il dovuto rispetto (13)

Diverse persone chiedono di continuare con “Frammenti di saggezza all'ombra del campanile” di Mons. Mario Delpini. Allora eccone altri.

UNA COSA IMPOSSIBILE
Don Paolo è vecchio e malato: non ci sarà alla prima messa di don Andrea. Scrive perciò un augurio per condividere sapienza e gioia.
«Caro don Andrea. Sono contento per te. La vita del prete è bellissima. I preti, se vivono di fede, sono gli uomini più felici della terra. Non hanno da pensare alle cose: si dedicano alla gente. Non lavorano per ciò che passa: lavorano per la vita eterna. Non si preoccupano per se stessi: sanno che il Signore non li dimentica mai. Non sono mai soli, se sono uniti tra loro e stanno con la gente. Non si angosciano per i cumulo degli impegni: fanno quello che possono e poi dicono: "Siamo dei servi. È il Signore che salva".
Non dovrai pensare ai soldi: non ti mancherà niente. Non dovrai preoccuparti del lavoro: non sarai mai disoccupato. Non dovrai cercare casa: ne avrai una troppo grande. Che cosa si può desiderare di più? Una cosa però ti sarà impossibile: accontentare tutti. Qualunque cosa tu faccia o dica o proponga, puoi stare sicuro: qualcuno sarà scontento. Questa non è una buona ragione per circondarti solo di quelli che ti danno ragione: metti il cuore in pace, fa' il bene e confida nel Signore! Il tuo vecchio don Paolo».

IL CANE
«Sì, signora, vengo volentieri a visitare la sua mamma che non può venire in chiesa. Spero però di non dover restare sulla porta più a lungo di quanto io possa restare con la sua mamma, mentre Lei lega il cane».
«Ma che dice? Il cane non lo lego, è ben addestrato!».
«Non vorrei però che capitasse come a quel mio confratello che per poco non ci rimette un braccio quando lo alzò per benedire».
«Ma no! Il mio è un cane affettuoso e giocherellone!».
«Bene, signora, però sarei contento di non uscire di casa con le impronte del suo cane affettuoso sulla mia giacca».
«Eh, ma Lei ce l'ha proprio con i cani!».
«No, signora. Soltanto che io vengo per la sua mamma e non per fare amicizia con il suo cane».
«Ma Lei deve vederlo! Capisce tutto e poi è uno di famiglia!».
«Ho i miei dubbi che i cani capiscano qualche cosa. Se però mentre porto la comunione a sua mamma, il cane fosse in un'altra stanza, credo che sarebbe meglio! Non vorrei mettermi a discutere con un cane sulla presenza reale».
La signora, che con il suo cane parlava di tutto, anche se forse di presenza reale di Cristo nell'eucaristia si intendeva poco, si convinse che il suo prete era un po' retrogrado e prevenuto. Però aveva torto.

 

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