La cura come percorso di pace

La cura come percorso di pace

“Alle soglie del nuovo anno, desidero porgere i miei più rispettosi saluti ai Capi di Stato e di Governo, ai responsabili delle Organizzazioni internazionali, ai leader spirituali e ai fedeli delle varie religioni, agli uomini e alle donne di buona volontà. A tutti rivolgo i miei migliori auguri, affinché quest’anno possa far progredire l’umanità sulla via della fraternità, della giustizia e della pace fra le persone, le comunità, i popoli e gli Stati”.

Così inizia il messaggio del papa per la 54 giornata della pace. Incoraggia tutti a diventare “profeti e testimoni della cultura della cura, per colmare le tante disuguaglianze sociali”. Perché la barca dell’umanità, dove “nessuno si salva da solo”, può “navigare con una rotta sicura e comune” solo col “timone della dignità della persona” e la “bussola dei principi sociali fondamentali”. Francesco guarda agli eventi del 2020, segnato “dalla grande crisi sanitaria del Covid-19”, che ha aggravato crisi molto legate tra loro, “come quelle climatica, alimentare, economica e migratoria, e provocando pesanti sofferenze e disagi”. Pensa anzitutto “a coloro che hanno perso un familiare o una persona cara, ma anche a quanti sono rimasti senza lavoro”. Ma, purtroppo, lamenta Papa Francesco, “accanto a numerose testimonianze di carità e solidarietà”, prendono nuovo slancio “diverse forme di nazionalismo, razzismo, xenofobia e anche guerre e conflitti che seminano morte e distruzione”.
La pandemia, e gli altri eventi che hanno segnato il cammino dell’umanità nel 2020, invece, «ci insegnano l’importanza di prenderci cura gli uni degli altri e del creato, per costruire una società fondata su rapporti di fratellanza”. La carità operosa di tanti testimoni luminosi della fede, si sono riversati nei principi della dottrina sociale della Chiesa, che offrono a tutte le persone di buona volontà la “grammatica” della cura: “la promozione della dignità di ogni persona umana, la solidarietà con i poveri e gli indifesi, la sollecitudine per il bene comune, la salvaguardia del creato”.Il papa rilancia la proposta fatta nell’ultima Giornata mondiale dell’alimentazione: “Costituire con i soldi che s’impiegano nelle armi e in altre spese militari un ‘Fondo mondiale’ per poter eliminare definitivamente la fame e contribuire allo sviluppo dei Paesi più poveri”. Il messaggio conclude sottolineando che non può esserci pace “senza la cultura della cura”, un impegno comune a “proteggere e promuovere la dignità e il bene di tutti”, ad interessarsi, “alla compassione, alla riconciliazione e alla guarigione, al rispetto mutuo e all’accoglienza reciproca”.

 

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