Adolescenti nel cono d’ombra 

Adolescenti nel cono d’ombra 

Leggo un’intervista al Professor Gustavo Pietropolli Charmet, mentre stiamo facendo la formazione agli animatori del Cre, constatando che, anche da noi, come in tante altre realtà, gli adolescenti, che sono la vera forza delle esperienze estive, si sono come ritirati.

Anche alcuni genitori mi dicono della fatica che i figli di questa età si mettano in gioco, appiattiti dal clima pandemico. Anche solo la prima domanda ci aiuta a comprendere la questione.

Professore, come stanno gli adolescenti? Come è stato questo tempo di restrizioni, di frequenza con i coetanei ridottissima, a stretto contatto con la famiglia: cosa ha determinato?
GPC: Come stanno? La pandemia ha fatto due vittime: gli anziani li ha fatti fuori, e gli adolescenti li ha malmenati. Non lei direttamente, ovviamente, perché gli adolescenti non hanno nemmeno visto la morte e la malattia atroce; in primo piano hanno visto le misure preventive, le restrizioni, le rinunce, tutte apparentemente rivolte a loro: calcio, concerti, sport. Ogni cosa. Chiusi in casa. Tutto questo, in una famiglia, generalmente si definisce “castigo”: impedire di uscire, impedire l’allenamento di calcio, il vedere gli amici, sono dei castighi. Castigo, dunque? E per che motivo? Non si trattava di un castigo, sono state date delle regole, apparentemente insensate, che dovevano essere seguite. Certo è che queste regole hanno comportato deprivazioni importanti e significative. In famiglia non mi sembra che ci siano stati problemi, globalmente, la famiglia contemporanea è una famiglia a scarso contenuto etico, prevale più l’attenzione alla relazione che la regola, l’occasione di conflitto è stata dunque tollerabile.
Il gruppo è rimasto accessibile – per loro un amico virtuale è un amico reale – e con la famiglia è stata una sorta di tempo di vacanza prolungato, con genitori a casa tutto il giorno. Socialmente invece le privazioni sono state molte, gli è stato impedito il movimento, il divertimento, il ballo, ma anche cose importanti, iniziatiche come un concerto... Non c’è dubbio che dalla pandemia sia venuta fuori una quantità notevole di ragazzi che stanno male... Attacchi di panico, disturbi della condotta alimentare, paradossalmente anche il ritiro sociale è esploso: i ragazzi lo facevano già prima, chiudersi nel virtuale, e si sono ancora più radicati. Sarà ancora più complicato tirarli fuori da quel cono d’ombra in cui a volte vivono. Riuscire a tirarli fuori da tutto questo non è semplice

P.S. Arriva l’estate. Usciamo dal cono d’ombra...

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