C’è un rimedio al disordine scontento? (Parte Seconda)

C’è un rimedio al disordine scontento? (Parte Seconda)

Lasciamo spazio alla seconda parte dell’omelia che l’Arcivescovo Metropolita di Milano mons. Mario Delpini  ha pronunciato lunedì 6 novembre a Burligo, per la festa di S. Carlo

La riforma della Chiesa.
Celebrando la festa di san Carlo, ricordiamo un vescovo che ha dedicato tutto il suo ministero, tutte le sue energie, tutta la sua salute e le sue risorse per riformare la Chiesa del suo tempo. Chiediamo la sua intercessione perché anche la nostra Chiesa di oggi, e ogni comunità nella Chiesa, accolga l’invito a conversione e le indicazioni per la riforma.
Quali parole ci ispirano?

“Ascolteranno la mia voce”:
il principio di ogni riforma nella Chiesa è sempre l’ascolto di Gesù, la sua parola, lasciarsi condurre da lui, il pastore buono che guida sulle vie del bene. Perché non ascoltiamo Gesù? Le letture vengono proclamate, ma non orientano il cammino, non aiutano a decidere quello che si deve fare, come si deve valutare quello che succede e quello che facciamo.

“Non valutatevi più di quanto conviene … gareggiate nello stimarvi a vicenda.”
Una giusta considerazione di sé, il realismo dell’umiltà è la premessa per reagire alla forma della mediocrità suscettibile che rende grigie e scontente le comunità. Le persone sono imperfette, tutti, anche noi; tutti meritano stima, tutti, anche noi. Riconoscere che possiamo convivere ed essere membra gli uni degli altri è la via per predisporsi all’armonia imperfetta come la condizione possibile e promettente della fraternità.
Quale stima ho degli altri, se li considero ad uno ad uno?

Con gioia.
La gioia viene dalla presenza del Signore. Non dalla perfezione, non dall’assenza di problemi e di difficoltà. Chi fa opere di misericordia, le compia con gioia. Siate lieti nella speranza.
Si vede la mia gioia? Si vede la gioia della nostra comunità?

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