Avvento: tempo di attesa e di speranza

Avvento: tempo di attesa e di speranza

Avvento: tempo di attesa e di speranza, ma oggi, nella nostra società, nella nostra Chiesa, nelle nostre comunità parrocchiali, si attende ancora qualcosa o qualcuno? Si spera ancora o ci si difende da un futuro che appare minaccioso e inquietante?

L’avvento è tempo che ci invita a purificare e a rinnovare la nostra speranza, la nostra attesa di colui che verrà a far nuove tutte le cose, a stabilire il suo regno di giustizia e di pace. L’avvento è tempo per ridestarsi dal sonno, purificare gli occhi del nostro cuore, imparare a guardare alla nostra vita, agli altri. E la Chiesa è quella comunità di uomini e di donne che vivono il vangelo nell’umiltà, senza arroganza, senza pretese; che testimoniano la gioia e la speranza. Ciascuno conosce lo scoraggiamento, la rassegnazione, l’angoscia dell’impotenza a cambiare, eppure ciascuno di noi può guardare avanti.
In un antico racconto, si narra che un uomo domandò a un sacerdote: “Che cos’è la comunità cristiana?”. E quel sacerdote saggio rispose: “È un luogo nel quale si cade e ci si rialza, e poi di nuovo si cade e di nuovo ci si rialza, e ancora si cade e ci si rialza”. E gli fu chiesto ancora: “Fino a quando?”. La risposta: “Fino a che venga il Signore, trovi che siamo caduti, ma ci stiamo rialzando e allora ci prenderà per mano e ci rialzerà lui definitivamente per portarci con sé”.
L’Avvento ci invita a vivere la gioia di chi è consapevole che la speranza o è per tutti oppure è mortificata, di chi sa che la pace non è il deserto che si crea dopo la guerra ma verità, giustizia, perdono, amore, libertà… Allora il Natale non sarà solo una festa di pochi che chiudono gli occhi sul dolore di molti, ma la celebrazione di un’attesa ben più vasta.
Sarà la luce di una speranza che lenisce le sofferenze e le angosce di tanti uomini e donne, sarà il pegno di una vita più umana, una vita impregnata di relazioni autentiche e di rispetto dell’altro, una vita ricca di senso, capace di esprimere in gesti e parole la bellezza e la luce, echi di quella luce che brillò nel buio di Betlemme e che deve brillare anche oggi in ogni luogo avvolto dalle tenebre del dolore e del non senso.

Riccardo

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