Quale porta aprire?

Quale porta aprire?

L’uomo fin dall’antichità comprese l’importanza della porta e senza tanti studi scientifici o architettonici la costruì con estrema naturalezza. Un elemento che per molti secoli venne chiuso per lasciar fuori le preoccupazioni e le violenze del mondo e per racchiudere all’interno le abitudini, i sentimenti e i propri problemi.

Oggi però, grazie alla telematica, un filo invisibile passa tra le assi di ogni porta. Non si riesce più a trovare il tempo per sedersi a tavola o sul divano per scambiarsi pensieri, consigli, battute perché il telefonino con insistenza cattura la nostra attenzione. Non si esce di casa senza questo piccolo strumento che regala una dipendenza a cui tutti noi facciamo ricorso; ci manca il respiro, siamo colti dall’ansia se non lo troviamo o se non squilla. È diventata una necessità condividere ogni attimo con tutti per mostrare al mondo esterno quanto siamo social, e se non rispondi ai messaggini o non ti adegui sei un troglodita e un gran maleducato. Non vi sentite inopportuni o invisibili quando chi vi è vicino clicca i tasti del cellulare mentre voi parlate? Ma… perché questo magico oggetto non riesce a donare una carezza quando se ne sente il bisogno, perché non sorride quando dentro l’animo sale la malinconia o l’incomprensione? Perché nonostante i video, i messaggini ci sentiamo insoddisfatti? Leopardi diceva che l’uomo è infelice perché ha troppe distrazioni, è egoista ed è troppo attaccato ai beni puramente materiali e solo quando diventa magnanimo scopre di essere una persona “gentile” e raggiunge la felicità. Per il poeta questo traguardo è pura utopia perché l’uomo, secondo lui, è incapace di autentica generosità. Forse però se si imparasse a chiudere ogni tanto la porta del cellulare e aprire quella di casa per incontrare gli altri, far loro del bene, donare abbracci caldi o anche solo un po’del proprio tempo, senza nulla chiedere… ripeto forse, pian piano l’Uomo avrebbe il coraggio di riscoprirsi. Trasformiamo l’utopia in realtà, viviamo con il cuore e ci scopriremo persone “Gentili”.

Una catechista

    Leggi qui la Lette...Rina