Perchè serve un giorno di festa
Le polemiche sull’apertura di negozi e centri commerciali alla domenica e nelle festività civili come il 25 aprile o il 1° maggio ci porta a riflettere su una delle grandi conquiste registratesi in occidente, grazie soprattutto all’ebraismo e al cristianesimo: l’affermazione di un giorno settimanale - il sabato per gli ebrei, il giorno dopo, la domenica, per i cristiani - come giorno di riposo per tutti, tempo di festa condivisa e anche di assemblea per i credenti, che insieme confessano la loro fede e celebrano il culto al Signore nel quale mettono la loro speranza. Un giorno di tregua al neg-otium, al tempo che «nega l’ozio», per dedicarsi appunto all’ otium che non è il «far niente» della pigrizia, ma una presa di distanza dalla propria opera, un antidoto all’alienazione possibile anche nel lavoro... Oggi sentiamo invece ripetere con enfasi le ragioni economiche : occorre dinamizzare l’economia, incentivare i consumi, ottimizzare l’utilizzo delle strutture... Ma avere un giorno di festa condiviso non risponde solo al bisogno di riposo, ma alla necessità umana di riconoscere e sottolineare motivi comuni per fare festa insieme: Enzo Bianchi
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