Famiglia, patrimonio dell'umanità
Bresso E il suo milione di persone. E le centinaia e centinaia di migliaia che, da Piazza Duomo a San Siro, hanno accompagnato la tre giorni milanese di Papa Benedetto, nella visita alla diocesi e nell’incontro col Family 2012. A voler riassumere il tutto sbrigativamente, e in una sola parola, potrebbe perfino essere facile: “Trionfo”. Ma l’evento vissuto da Milano non può, non deve, ridursi a se stesso...perchè quella che è emersa con una forza tanto evidente quanto travolgente è l’immagine e il senso della “Chiesa del si”. Distante dalle rappresentazioni che se ne fanno comunemente, non arroccata su “precetti” che ne dettano il senso, bensì fondata sulla roccia e protesa verso il domani, propositiva, accogliente, attenta, concreta. Capace di dire e di fare. Felice, anche: dove la felicità non vuol dire ignorare i problemi, tenti, che esistono, e far finta che neppure ci sfiorino, ma affrontarli a viso aperto, forti di quella “speranza che non delude” che, ai cristiani, viene dalla fede. Consapevoli però, nello stesso tempo, che questa “speranza che non delude” ha qualcosa da dire, eccome, anche a un mondo laico che abbia voglia, finalmente, di misurarsi in un confronto vero sul filo non dei preconcetti, ma della ragione. Ri-proponendo le ragioni di una famiglia che va messa al centro della società, rivolgendosi ai politici chiamati a mettere un “più” amore nel loro impegno, ribadendo quei “valori non negoziabili” – vita, famiglia, educazione devono essere scambiati per “verità di fede”, come disse esplicitamente nel 2006, proclamandoli, ma che “sono iscritti nella natura umana stessa e quindi sono comuni a tutta l’umanità”. Provocazione forte, quella del Papa, all’intelligenza e alla cultura. Così come altrettanto forte è quella che Benedetto xvi, una volta di più, ha rivolto ai cristiani, “sfidandoli” a una testimonianza chiara, cristallina, che sempre più ha bisogno di essere radicata nella fede per essere credibile, agli occhi del mondo e a quelli della stessa comunità dei credenti rispetto ai propri problemi, che esistono – vedi la situazione dei divorziati risposati – e che devono sempre trovare la via della solidarietà, dell’accoglienza, dell’amore.
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