letterina 20120810

Abbiamo giocato nella stessa strada

E’ così che si diventa davvero fratelli a Crabas, che venire dalla stessa madre non ha mai reso parenti neanche i gatti. Benedetto sempre sia il rispetto per la carne della nostra carne, ma la strada e l’averci giocato insieme offre ai bambini una più alta dimensione di parentela, che nemmeno da adulti sarà mai dimenticata. Non c’è niente di intuitivo nella generazione: il sangue segue percorsi torbidi e per questo nessun ragazzino crede davvero che basti condividere il cognome di un padre per rivendicarsi seme comune.
Come si è nati è una di quelle cose che bisogna farsi spiegare più volte, e dev’essere per questo che dopo, per tutta la loro vita, molti adulti cercano di liberarsi dalle parentele casuali affermandone altre decise da sé con puri atti di volontà. Testimoni di matrimonio vengono assunti come fratelli. Padrini e madrine dei proprio figli vengono eletti a parenti d’occasione. Compari e comari nascono all’inizio di ogni estate durante la notte di San Giovanni, quando l’intera isola scintilla dei fuochi da saltare insieme mano nella mano per conquistare una fratellanza che non sia in debito con alcuna madre.
Alberi genealogici spuntano di continuo dal fuoco, dal vino, dalla colpa e dall’acqua santa. Eppure neanche quei rituali millenari vincolano la memoria del cuore quanto il gioco dei bambini celebrato insieme per strada. Non c’è stato di famiglia che possa vincere la battaglia contro i pomeriggi di sole estivo in cui si è riusciti a infilare il primo pallone in porta tra le grida dei compagni, o liberato insieme una libellula gigante entrata per sbaglio in un retino per farfalle. Cosa può il richiamo del proprio sangue contro la consapevolezza di essere stati la causa involontaria del primo sangue sgorgato dal ginocchio di un amico? Nessun Natale trascorso in famiglia compete dentro all’anima con il vento in faccia di certe discese in bicicletta senza mani, col riflesso della treccia scura che dondola sulla schiena della bambina più bella o con la rovente vergogna di un giornale per grandi trovato tra gli sterpi e sfogliato in silenzio, attoniti.
In quelle verginità perdute c’è il segreto patto dei veri complici, il potere normativo delle prime consapevolezze comuni, contro le quali non esiste famiglia che possa pretendere maggiori diritti. Così li senti davvero certi adulti nei bar, uomini fatti e disfatti mille volte dalla vita, vantarsi ancora tra di loro dei legami nella strada dell’infanzia – abbiamo fatto il gioco insieme – come di un parto condiviso. 

Per una lettura sotto l’ombrellone. Michela Murgia: L’incontro

 

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Assunta 2012

Cartoline 2012

5 Porte

Cinque porte

 

Cinque soglie per accostarsi in punta di piedi all'anno della fede;
per tentare di rileggerlo a partire da un punto di vista più "profano".

 

Cinque tappe che si snodano all'interno della Chiesa di Palazzago
per profumare le giornate di una Comunità in Festa.

 

Cinque feritoie per svelare il mistero del "Sacro"
celato nella semplicità del quotidiano.

 

Spazi di un passaggio, a volte stretti: Porte.

 

Cinque Porte.

 

Apputamenti Estivi 2012