Da qualche secolo va in giro per il mondo la curiosa idea che fede e ragione siano tra loro incompatibili: chi crede, si dice, smette di ragionare; e chi ragiona perciò stesso rinuncia a credere. Questa posizione si chiama “razionalismo”, ma non ha niente a che vedere con la ragione. Confondere ragione e razionalismo è come confondere i polmoni con la polmonite. E’ vero invece il contrario: la fede e ragione si richiamano reciprocamente. Certo la fede è oltrepassare le capacità conoscitive naturali; ma è un salto che è ragionevole fare perché la ragione, lasciata a sé sola, va a finire nella gabbia dell’assurdo. E’ assurdo che l’uomo sia venuto al mondo a caso, e poi abbia la necessità inderogabile di darsi dei principi e delle norme di vita e di convivenza. E’ assurdo che l’uomo sia costretto entro una realtà visibile che non gli basta: non basta alla sua domanda di senso e non basta alla sua domanda di amore. L’atto di fede è un atto scomodo; ma è il solo che mi consente di conservarmi ragionevole. Se sto dormendo al secondo piano di un palazzo e si sviluppa dal baso un incendio che ha già distrutto le scale, è ragionevole che mi butti dalla finestra dopo essermi accertato che sotto ci sia il telone dei pompieri. Non è la discesa, che di istinto preferirei, ma è l’unica che può salvarmi.
Chiesa di Salvano, martedì 6 novembre, ore 20.30:partiamo con il 1° appuntamento della Visita alle sette Chiese. C’è un simbolo che qui si impone: il cuore. Cuore di Gesù e di Maria nei diversi quadri e nelle statue del Sacro Cuore, cuore che è così grande da allargare le costole in S. Filippo Neri, dipinto nella grande tela, cuore del Bambino indicato da Maria nella statua della nicchia, cuore di muschio e fiori portato qui per l’occasione. E cuore aperto di Gesù che, nella riflessione di don Maurizio ci porta a dire: io sono povero e tutto un dono. Sessanta persone sono partite con il ...cuore giusto. Grazie
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