letterina 20170618

La terapia dell’abbraccio

Facciamo la festa degli anniversari di matrimonio con le parole del Papa, rivolte nella catechesi del mercoledì alle 12mila persone presenti. Sono un’approfondita analisi psicologica del male di vivere del nostro tempo. L’unica medicina è l’abbraccio di un padre, che ci ama sempre, tutti, buoni e cattivi. 

“Nessuno di noi può vivere senza amore”, l’esordio dell’udienza: “E una brutta schiavitù in cui possiamo cadere è quella di ritenere che l’amore vada meritato”. Se non siamo forti, attraenti e belli, nessuno si occuperà do noi: è da qui, dalla “strada della meritocrazia”, che arriva buona parte dell’angoscia dell’uomo contemporaneo, che cerca una visibilità solo per colmare un vuoto interiore, come se fossimo eternamente in cerca di conferme. Ma un mondo di mendicanti di attenzione altrui, senza la gratuità del voler bene, è un inferno: “Tanti narcisismi dell’uomo nascono da un sentimento di solitudine, anche di orfanezza”.

L’amore, invece, chiama per nome. Quando un adolescente non si sente amato, può nascere la violenza, il monito del Papa. Dietro tante forme di odio sociale e di teppismo c’è spesso un cuore che non è stato riconosciuto: “Non esistono bambini cattivi, come non esistono adolescenti del tutto malvagi, ma esistono persone infelici”.

La vita dell’essere umano è uno scambio di sguardi: guardarsi negli occhi vuol dire aprire le porte del cuore. Dio ama per primo, ci ha voluto bene anche quando eravamo sbagliati, mentre eravamo ancora peccatori, o quando eravamo lontani, come il figliol prodigo della parabola. “Per amore nostro Dio ha compiuto un esodo da sé stesso, per venirci a trovare in questa landa dove era insensato che lui transitasse”...“Non c’è alcuna maledizione sulla nostra vita, ma solo una benevola parola di Dio, che ha tratto la nostra esistenza da nulla. C’è Qualcuno che ha impresso in noi una bellezza primordiale, che nessun peccato, nessuna scelta sbagliata potrà mai cancellare del tutto”...Per cambiare il cuore di una persona infelice, bisogna anzitutto abbracciarla, conclude il Papa dialogando con i fedeli in piazza.
“Amore chiama amore, in modo più forte di quanto l’odio chiami la morte”.
Dio è un padre che ci ama come siamo, ci ama sempre, tutti, buoni e cattivi, la conclusione a braccio dell’udienza.

Auguri anche così alle coppie

  

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