In viaggio nell’Avvento
È giunto il momento di destarsi, di alzarsi presto e mettersi in viaggio per non mancare all'incontro che speri e intuisci essere quello atteso da sempre. Viviamo in un mondo che ha fatto del viaggio uno dei suoi paradigmi: tutti siamo esperti di smartbox, di last minute, o di low cost, e non manca nel nostro repertorio il racconto di mete raggiunte prima degli altri, con mezzi e fatiche che ricordano imprese epiche. Eppure, la sensazione che si respira, è quella di una stanca mediocrità, appiattita al livello della moda del momento.
Una parola viene oggi lanciata nell'acqua stagnante della vita: "Vigila! Sveglia!"
È un invito a non lasciarci rubare il tempo prezioso dalla noia inquieta, descritta da san Paolo: "Sentiamo infatti che alcuni fra di voi vivono disordinatamente, senza far nulla e in continua agitazione" (2 Tes 3,11).
Svegli, non per il piacere di vivere da nottambuli, ma per affrontare il viaggio più affascinate della vita, quello dell'incontro con una Persona che arricchisce la vita e non ingolfa lo smartphone di inutili foto.
E’ stato così anche per alcuni uomini di tempi passati, che conoscevano senz'altro il sapore del viaggio, al punto di non ripetere nemmeno la strada di casa "per un 'altra strada fecero ritorno al loro paese" (Mt 2,12). Perché alla fine, il vero viaggiatore, è colui che resta sulla Via che profuma di Verità e attraversa la Vita (Cv 14,6), al punto da portarla per sempre nel cuore, "ha le tue vie nel suo cuore " (Sal 84,6) e si lascia "appartenere alla Via " (At 9,2). Perché questo scopri, meravigliato, nel tempo di Avvento: non sei tu a viaggiare e poi raccontare avventure infinite. E’ l'Atteso che viaggia per te e non si stanca di ripetere Parole " antiche e sempre nuove" (Mt 13,52). "L'uomo che è partito per un viaggio e ha lasciato la sua casa, non v'è dubbio che sia Cristo. ( ... ) Veglia chi tiene aperti gli occhi dello spirito per guardare la vera luce; veglia chi conserva bene operando ciò in cui crede; veglia chi respinge da sé le tenebre del torpore e della negligenza". (San Beda il Venerabile, dall'esposizione sul Vangelo di Marco)