Ragazzo triste
Da un po’ di tempo una famiglia che abita a Bergamo partecipa alle celebrazioni e ad alcuni appuntamenti nella nostra Comunità, accompagnando il figlio che farà la prima Comunione con i 40 bambini di questo anno, il 6 maggio. Domenica scorsa, dopo la messa, la mamma, parlando con alcune persone, esprimeva la sua gratitudine e meraviglia, dicendo che è molto bello vedere i ragazzi contenti, che sorridono. In città, aggiungeva, i ragazzi sono tristi. Fa pensare questa cosa. Forse noi la diamo per scontata, ma il fatto che qualcuno la sottolinei significa che non sempre è così. Ragazzi contenti e non tristi.
E come non ricordare la canzone di Patty Pravo intitolata proprio “Ragazzo triste”? Era il 1968, 50 anni fa.
Io ancora non parlavo ma un po’ più in là cominciavo a sentirla. Ho saputo più avanti che fu la prima canzone pop ad esser trasmessa da Radio Vaticana. Nel testo originale è usata la parola apparterrà, ma quando la canzone viene trasmessa sulla radio negli anni sessanta, la Rai decide di censurare questa parte, sostituendola con ospiterà. Radio Vaticana non cambia il testo e lo lascia con apparterrà.
Leggendo le parole viene spontaneo canticchiarla...
Ragazzo triste come me che sogni sempre come me,
non c'è nessuno che ti aspetta mai perché non sanno come sei.
Ragazzo triste, sono uguale a te – a volte piango e non so perché;
tanti son soli come me e te, ma un giorno, spero, cambierà...
Nessuno può star solo, non deve stare solo quando si è giovani così...
Dobbiamo stare insieme, parlare tra di noi,scoprire insieme il mondo che ci apparterrà/ospiterà.
Ragazzo triste come me che sogni sempre come me,
tanti son soli come noi, ma un giorno, spero, cambierà – vedrai!
Comunque, è meglio ragazzo contento e non triste!