Questione di ...piedi

Questione di ...piedi

Chi non ha perso l’abitudine di entrare in chiesa, si sarà accorto dell’intervento fatto al pavimento nelle zone libere dai banchi. Un bellissimo effetto che dà ragione della preziosità dei marmi.

Una volta di più ci poniamo l’interrogativo: come hanno fatto nei secoli passati (l’attuale chiesa parrocchiale ha gli inizi nel 1775) a costruire una chiesa così grande e così preziosa nelle linee e nei materiali? Sicuramente per il senso di appartenenza, quello che ti fa dire con un pizzico di orgoglio: ”che bèla la nosta cesa”, in un tempo in cui le case erano molto modeste o addirittura povere e quindi quella era la sala bella di tutti. Ma questo senso di appartenenza era generato sicuramente dalla fede.
Allora, la chiesa-tempio è preziosa dal punto di vista artistico, ma, soprattutto, per i motivi che l’hanno ispirata. A poco vale dire che oggi non si riuscirebbe a fare altrettanto perché ogni epoca ha le sue peculiarità. A noi, certo, il compito di salvaguardare e soprattutto “far vivere”, perché non sia un museo ma un’espressione di Comunità.
E qui un particolare interessante. Nell’ingresso, con la Ditta intervenuta, abbiamo riscontrato che il pavimento era più ammalorato, addirittura abbassato di diversi millimetri: è il punto che tutti coloro che entrano dal portale calpestano. Bello! Mi piace pensare che le centinaia (sicuramente migliaia) di persone che hanno varcato questa soglia abbiano “levigato” il pavimento. C’è da sperare che, se anche il marmo viene smussato a forza di passare, anche il cuore possa venire modellato da ciò che in chiesa ascoltiamo e viviamo. Insomma, la fede è anche questione di ...piedi.
“Vi darò un cuore nuovo e metterò dentro di voi uno spirito nuovo; toglierò dalla vostra carne il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne. Metterò dentro di voi il mio Spirito e vi farò camminare nei miei statuti, e voi osserverete e metterete in pratica i miei decreti”.Ez 36, 26-27
L’intervento ha un po’ eliminato l’abbassamento e quindi si riparte, magari anche con chi nel lockdown si sentiva privato della possibilità di andare in chiesa e adesso ha altro da fare.
Della serie:” chi ha denti non ha pane e chi ha pane non ha denti...”

 

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