Novità: NUOVO MESSALE

Novità: NUOVO MESSALE

Con la Prima Domenica di Avvento, settimana prossima, entrerà in vigore il Il nuovo Messale Romano.

Il Vescovo Francesco ne regala uno ad ogni parrocchia. Nessuna modifica è stata apportata nelle parti recitate dall’assemblea tranne che nel Gloria, nel Padre Nostro e nel “Confesso”, dove sono stati modificati alcuni vocaboli. Da due mesi ormai abbiamo adottato la nuova formula del Padre Nostro, ma ora dobbiamo fissare anche gli altri cambiamenti.

 

IL GLORIA
Nel Gloria il nuovo testo prevede le parole “E pace in terra agli uomini, amati dal Signore” al posto di “E pace in terra agli uomini di buona volontà” (in latino “et in terra pax homínibus bonae voluntátis“). Anche se il latino parla chiaramente di “buona volontà” (bonae voluntátis) il cambio è dovuto a una migliore traduzione del testo originale greco Difatti la formula del Gloria è ripresa dal Vangelo di Luca scritto originalmente in greco (Lc 2,14, il canto degli angeli dopo la nascita di Gesù). In questo modo si va alla fonte e non ci si limita a tradurre alla lettera la versione latina.
 

IL PADRE NOSTRO
È invece oramai nota la nuova traduzione della frase latina “et ne nos indúcas in tentatiónem”. Non diciamo più “Non ci indurre in tentazione” ma “Non abbandonarci alla tentazione“. Non si tratta di una traduzione letterale del testo greco (che indica “portare verso” e quindi “indurre”) bensì di una forzatura motivata da esigenze pastorali e teologiche. Per dirla con parole di papa Francesco, “dobbiamo escludere che sia Dio il protagonista delle tentazioni che incombono sul cammino dell’uomo”. C’è poi un’altra modifica, questa volta dovuta ad una corretta traduzione della versione latina: l’aggiunta della congiunzione “anche” nella frase “Come anche  noi li rimettiamo ai nostri debitori”. Al termine NON si dice Amen, perché siamo in un contesto liturgico. Rimane per la recita personale o di gruppo.
 

LINGUAGGIO “INCLUSIVO” E “CORRETTO”
Per quanto riguarda il Confiteor (“Confesso…”) durante l’atto penitenziale, si è optato per un linguaggio “inclusivo” e “politicamente corretto”: dove si diceva “Confesso, a Dio onnipotente e a voi fratelli…”, diremo “Confesso a Dio onnipotente e a voi, fratelli e sorelle...“. Il termine “sorelle” (assente nell’editio typica del 2000 e in quella del 2008) viene inserito anche in altre preghiere dove il Celebrante diceva solamente “fratelli”. Come ad esempio nell’invito del Celebrante dopo la presentazione dei doni, dove si dirà: “Pregate fratelli e sorelle, perché il mio e vostro sacrificio sia gradito…”. Così nel ricordo dei defunti: “Ricordati anche dei nostri fratelli e sorelle che si sono addormentati nella speranza della risurrezione”.
 

ALTRE NOVITÀ
Un’altra novità importante riguarda l’atto penitenziale. Non è più previsto l’uso dell’italiano “Signore pietà” e “Cristo pietà” ma, anche per l’assemblea, le formule in lingua greca: “Kýrie, eléison” e “Christe, éleison”.
Anche l’invito del celebrante al momento della pace cambia leggermente. Non sentiremo più “Scambiatevi un segno di pace” ma “Scambiatevi la pace“.
L’epiclesi della Preghiera eucaristica II (la più utilizzata) cambia, con l’aggiunta della parola “rugiada”. Il celebrante dirà dunque: «santifica questi doni con la rugiada del tuo Spirito».
L’invito alla Comunione cambia l’ordine delle frasi: non più “Beati gli invitati… Ecco l’Agnello di Dio…” ma “Ecco l’Agnello di Dio… Beati gli invitati…“, per fedeltà al testo latino.
 

Queste sono le novità più interessanti e facilmente riscontrabili che i fedeli troveranno nelle celebrazioni eucaristiche dal momento in cui verrà adottato il nuovo Messale Romano. Ulteriori piccole modifiche si trovano in altre Preghiere eucaristiche, prefazi e orazioni, ma è normale pensare che solo i fedeli più attenti e formati riusciranno ad accorgersene.

 

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