Trés-Haut, Trés-Bas

Trés-Haut, Trés-Bas

Quante volte abbiamo incrociato - anche negli ultimi anni - scene che narrano l'umano soffrire? Quante volte abbiamo pensato che se Dio c'è davvero non può che essere chinato, rivolto, piegato, ad altezza di piedi.

Dio o è ad altezza di piedi o non è. Il Trés-Haut si è fatto il Trés-Bas: l'Altissimo - esclamazione liturgica - si è fatto il Bassissimo, come Bobin titolava una sua prova letteraria dedicata a san Francesco. Quello che stiamo provando a dirci è che la passione di Dio nel figlio di Nazareth è la passione dell'umanità. Intendiamoci: nella passione del figlio Dio c'entra, non perché responsabile, ma perché Egli si riconosce in lui. Si è riconosciuto in lui a cieli aperti nel battesimo e nella trasfigurazione perché non dovrebbe riconoscersi nella passione e nella morte di Gesù?
Di tutto il dramma della passione descritto dagli evangelisti non lascia indifferente come lo stile del morire di Gesù sia il perdono. Offerto a Giuda, a Pietro, ai ladroni, al popolo silentemente complice (il populismo era già in voga; i sovranisti si possono immaginare in questa vicenda). Nessuno meglio di Dostoevskij ha saputo dare parola alla passione-pietas come Divina Tenerezza. In Delitto e castigo il grande scrittore russo mette sulle labbra dell'ubriacone Marmeladov una delle invocazioni più struggenti alla misericordia. Di quelle che può balbettare soltanto chi non ha pretese da accampare, perché consapevole delle proprie erranze e delle proprie storie sbagliate: "Venite avanti anche voi. Venite, ubriaconi; venite, deboli; venite, svergognati!'. E allora noi ci faremo avanti tutti, senza vergognarci e ci fermeremo davanti a lui. Ed egli ci dirà: 'Porci! Voi siete l'immagine e l'emblema della bestialità, ma venite anche voi!' e diranno i sapienti, diranno i saggi: 'Signore! Perché accogli costoro?' ed egli dirà: 'Li accolgo, o sapienti, li accolgo, o saggi, perché nessuno di loro si è mai reputato degno di ciò ...'. E ci tenderà le mani, e noi cadremo in ginocchio ... e piangeremo ... e comprenderemo tutto!".

Stralci di don Massimo Maffioletti in Serviamo la vita

 

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