Dal martirio di S. Giovanni

Dal martirio di S. Giovanni

Domenica scorsa, abbiamo avuto una bella “sorpresa”. Alle ore 18.00 è arrivato tra noi l’Arcivescovo di Milano Mario Delpini a presiedere l’Eucaristia e poi a condividere la cena con noi e con semplicità, ai tavoli della Festa di Comunità. Avremo modo di ritornare su questa interessante sorpresa…

E durante l’omelia, l’Arcivescovo Mario ha menzionato con fervore la figura di S. Giovanni Battista, nostro patrono. E tale è la considerazione che la Chiesa gli riserva, che è l’unico santo dopo la Madonna ad essere ricordato nella liturgia oltre che nel giorno della sua nascita terrena (24 giugno), anche nel giorno della sua morte (29 agosto), così come abbiamo ricordato giovedì scorso celebrando la Messa insieme ai volontari della comunità. Giovanni Battista può vantare un “primato”, oggi diremmo un “record”, quello di aver esultato alla notizia della vicina nascita di Gesù, prima ancora di nascere a sua volta, e ciò accadde quando la Vergine Maria si recò a trovare la parente Elisabetta. Sappiamo che fin da giovane si ritirò nel deserto a condurre una dura vita ascetica. Nei Vangeli è definito “Voce di uno che grida nel deserto.” A tale proposito Dante Alighieri lo menziona nella Divina Commedia “Mele e locuste furon le vivande | che nodriro il Batista nel diserto; | per ch’elli è glorïoso e tanto grande || quanto per lo Vangelio v’è aperto “. Iniziò poi la sua missione lungo il fiume Giordano, dove dava un Battesimo di pentimento per la remissione dei peccati, da ciò il nome di Battista. Giovanni riconobbe Gesù come il Messia annunciato dai profeti, ma il momento culminante fu quello in cui Gesù stesso volle essere battezzato da lui nelle acque del Giordano; in tale occasione Giovanni additò Gesù ai suoi discepoli come:” L’agnello di Dio che toglie il peccato del mondo “e confidava loro “Ora la mia gioia è completa. Egli deve crescere e io invece diminuire” (Gv 3, 29-30).
Papa Francesco ricordando questo grande santo disse: “In Giovanni Battista ci sono tre vocazioni in un uomo: preparare, discernere, lasciare crescere il Signore e diminuire se stesso. Anche è bello pensare la vocazione del cristiano così. Un cristiano non annunzia se stesso, annunzia un altro, prepara il cammino a un altro: al Signore. Un cristiano deve sapere discernere, deve conoscere come discernere la verità da quello che sembra verità e non c’è: uomo di discernimento. E un cristiano dev’essere un uomo che sappia abbassarsi perché il Signore cresca nel cuore e nell’anima degli altri”.

Uno di noi

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