Non potevamo pensare ad un regalo più prezioso alla Parrocchia di Palazzago da parte di Mons. Daniele Rota.
- Prezioso perché ci presenta il volto di Cristo -raccolto secondo la tradizione dalla Veronica- centro della nostra fede;
- prezioso perché ci viene lasciato da un figlio della nostra terra che non ha mai dimenticato le sue radici, anche nei diversi ambiti del suo ministero sacerdotale e professionale, fino all'ombra del cupolone;
- prezioso perché di mano prestigiosa e di fattura decisamente interessante.
Le ultime mostre in America dove è stato apprezzato come uno dei pezzi migliori, lo hanno sempre presentato come "Veronica del Guercino" e, pur non essendo firmato, riflette sicuramente la maestria di Giovan Francesco Barbieri, detto il Guercino o della sua scuola. Così troviamo anche stampato sul volume "Vatican Splendors - A journey throught faith and art", pubblicazione in inglese dove sono presentati capolavori di autori e epoche diverse.
Grazie a Mons. Daniele da parte di tutta la Comunità.
Un grazie che si trasforma in preghiera.
Clicca qui per scaricare l'opuscolo 'Vatican Splendors'
Giovan Francesco Barbieri, nasce a Cento, nel Ducato di Ferrara, il 2 febbraio 1591 ed il soprannome di Guercino gli deriva dal notevole difetto agli occhi. Nel suo paese natale apprende da bambino le prime nozioni di disegno e di affresco, ma già a dieci anni viene mandato dalla famiglia, colpita dalla sua innata capacità di pittore, a Bologna, dove può osservare da vicino ed imitare le opere dei Carracci.
Lo stile pittorico del Guercino, già all'inizio si distingue dallo stile barocco allora in voga che tendeva ad abbellire nelle forme e nei colori il soggetto ripreso, preferendo dipingere in maniera più realista, utilizzando una forte luce che cade dall'alto e creando in sorprendenti effetti chiaroscuri. Nel 1617 la sua fama e bravura è tale da poter aprire a Cento una propria Scuola. Il viaggio a Venezia e l'incontro con le opere di Tiziano Vecellio e Jacopo Bassano concludono la formazione giovanile del pittore.
Nel 1621 si reca a Roma con l'incarico di decorare il casino di Villa Ludovisi, realizzando l'"Aurora" nella volta e le allegorie del "Giorno e della Notte" nelle lunette laterali. Sempre a Roma il pittore di Cento dipinge la monumentale pala della "Sepoltura di Santa Petronilla" (1622-1623), che misura più di sette metri per quattro, e che mostra un'attenzione particolare alla linea del disegno e un equilibrio compositivo di ascendenza classica, suggerendo il ritorno ad uno stile più tradizionale e idealizzante. Nel 1623 il Guercino lascia Roma; il questo periodo il gusto artistico del pittore si sposta verso il classicismo e l'eleganza di Guido Reni. Da questo nuovo gusto nasce il capolavoro "Apparizione di Cristo alla madre" (1629), in cui il gruppo piramidale di Cristo e la Madonna mostra una precisione del designo e un'armonia, molto ammirate dai contemporanei. Molto lodata è anche la pala d'altare con "La visione di San Bruno" (1647), opera caratterizzata dalla potenza e bellezza del colore.
Nel 1649 l'esistenza del pittore è immalinconita dalla scomparsa del fratello Paolo Antonio e nel 1661 Guercino subisce un infarto che anticipa il malore a causa del quale morirà a Bologna il 22 dicembre 1666.
Foto del quadro originale arrivato in parrocchia in data 4 ottobre 2015
PREAMBOLO PER LA DONAZIONE “LA VERONICA” DEL GUERCINO ALLA PARROCCHIA DI SAN GIOVANNI BATTISTA IN PALAZZAGO (BG)
Il dipinto oggetto della presente donazione, olio su tela, detto “La Veronica”, unanimemente attribuito al Guercino (Gian Francesco Barbieri 1591-1666) è ritenuto opera d’arte di straordinaria efficacia e importanza. Oltre all’universale fama del suo celebre autore, a giudizio dei critici, in essa convergono felicemente arte e fede a comporre un connubio di particolare effetto pittorico e devozionale, tanto da far credere ad autorevoli periti che si tratti di uno dei capolavori meglio riuscito dell’artista.
Recentemente l’icona ha fatto parte di una mostra itinerante, promossa dai Musei Vaticani, denominata “Vatican Spendors” che ha toccato le principali metropoli americane riscuotendo ovunque singolare ammirazione quale soggetto di straordinario pregio. La varia stampa americana, che diede ampio rilievo alla mostra itinerante, presentò il dipinto alla pari con i capolavori di Michelangelo e di Giotto.
S’intende ora farne dono alla Parrocchia San Giovanni Battista in Palazzago, essendo il donante nato nel suo territorio, sulle pendici alte del Monte Linzone, durante l’alpeggio estivo, ma anche per aver egli sempre ricevuto dalla medesima comunità, particolare sostegno soprattutto per le iniziative richieste nel restauro, animazione, conservazione dell’ormai noto Santuario della Santa Famiglia di Nazareth sul Linzone, passato recentemente alla Diocesi di Bergamo. Dalle autorità civili, al gruppo degli Alpini, alla Protezione Civile, per nominare solo istituzioni pubbliche, vi sono sempre state e continuano ad esservi collaborazione e dedizione generosa e operativa.
Il quadro in dono vuol quindi essere un segno di gratitudine e un affidamento fiduciario volto al futuro che duri nel tempo e, di generazione in generazione, ne perpetui la memoria, unitamente alla dedizione generosa per il Santuario del Linzone, che insiste sul territorio di Palazzago.
Con la certezza che nel presente e nel futuro, questa Comunità Parrocchiale sia sempre consapevole dello straordinario valore artistico e devozionale della pregevole opera. Non risulta che altre Chiese della Diocesi di Bergamo si onorino di alcun altro dipinto del grande artista da Cento.
Con tale acquisizione il patrimonio pittorico già cospicuo della Prepositurale di Palazzago, riceve ulteriore, notevole incremento che la rende ora nota a tutto l’universo artistico, essendo il Guercino pittore di fama mondiale, ovunque conosciuto, studiato e ammirato.Codesta benedetta Chiesa Parrocchiale, ricca di fede vissuta e di nobili tradizioni, adorna ora di nuovo splendore, immagine riflessa della Gerusalemme celeste, continui sempre più intrepida, la sua missione di testimonianza, di redenzione e di salvezza per tutti i suoi figli che furono, che sono, che saranno.
Mons. Daniele Rota
Il quotidiano L’Eco di Bergamo così scriveva:
Domenica 4 ottobre la Parrocchia di San Giovanni Battista festeggia la Beata Vergine Maria del Rosario con momenti importanti per la comunità di Palazzago. Alle 10 la concelebrazione Eucaristica e Processione presieduta da monsignor Daniele nel suo 60° di ordinazione sacerdotale e accoglienza di don Roberto Plebani parroco a Gromlongo e vicario interparrocchiale. Durante la funzione la parrocchia di Palazzago riceverà da monsignor Daniele Rota un regalo inimmaginabile “la Veronica” del Guercino.
Il dipinto a olio su tela attribuito al Guercino (Gian Francesco Barbieri 1591-1666) è ritenuto un’ opera d’arte di straordinaria efficacia e importanza.
Oltre all’universale fama del suo celebre autore, a giudizio dei critici, in essa convergono felicemente arte e fede a comporre un connubio di particolare effetto pittorico e devozionale, tanto da far credere ad autorevoli periti che si tratti di uno dei capolavori meglio riuscito dell’artista. Recentemente l’icona ha fatto parte di una mostra itinerante, promossa dai Musei Vaticani, denominata “Vatican Splendors” che ha toccato le principali metropoli americane riscuotendo ovunque singolare ammirazione quale soggetto di straordinario pregio. La stampa americana, che diede ampio rilievo alla mostra itinerante, presentò il dipinto alla pari con i capolavori di Michelangelo e Giotto.
“Faccio dono di questo prezioso dipinto alla Parrocchia in Palazzago essendo nato nel suo territorio sulle pendici alte del Monte Linzone durante l’alpeggio estivo, ma anche per aver sempre ricevuto da questa comunità, particolare sostegno soprattutto per le iniziative richieste nel restauro animazione, conservazione del noto Santuario della santa famiglia di Nazareth sul Linzone, passato recentemente alla diocesi di Bergamo – rileva monsignor Daniele Rota - Dalle autorità civili al gruppo degli Alpini alla protezione civile c’è sempre stata e continua ad esservi collaborazione e dedizione generosa e operativa. Il quadro in dono vuole essere un segno di gratitudine e un affidamento fiduciario volto al futuro che duri nel tempo e di generazione in generazione, ne perpetui la memoria alla dedizione generosa per il santuario del Linzone.”
Entusiasta del regalo il parroco don Giuseppe Navoni che con un po’ di emozione afferma: “Non potevamo pensare ad un regalo più prezioso alla nostra Parrocchia da parte di monsignor Daniele Rota: prezioso perché ci presenta il volto di Cristo, raccolto secondo la tradizione dalla Veronica- centro della nostra fede; prezioso perché ci viene lasciato da un figlio della nostra terra che non ha mai dimenticato le sue radici, anche nei diversi ambiti del suo ministero sacerdotale e professionale, sino all’ombra del cupolone; prezioso perché di mano prestigiosa e di fattura decisamente interessante. Grazie a monsignor Daniele da parte di tutta la comunità. Un grazie che si trasforma in preghiera e un immenso augurio per i suoi 60 anni di sacerdozio: la sua affascinante avventura di pastore delle anime che ebbe inizio con l’ordinazione presbiterale il 4 giugno 1955 nel Duomo di Bergamo.”
Remo Traina