Chiesa Parrocchiale di san Carlo Borromeo in Burligo
Sono la chiesa parrocchiale di Burligo e, raccontandoti un po’ della mia storia, ti presento ciò che qui puoi trovare.
Gli abitanti di questa frazione di Palazzago vollero una chiesa bella e accogliente, come la casa di tutti, già nel 1612, anno in cui posero la prima pietra, sostituendo una chiesa già esistente del 1400. Quando venne costituita la parrocchia (1696), venni dedicata, come tutte al Signore stesso e poi a S. Carlo Borromeo, il Santo della riforma di Trento che venne anche nelle Parrocchie della Bergamasca, iniziando così un processo di rinnovamento del volto della Chiesa.
Al mio interno i fedeli hanno raccolto nel corso dei secoli, insieme alle loro preghiere e invocazioni, opere d’arte molto preziose. Entrando, non puoi non lasciarti rapire dall’imponente apparato ligneo di stampo barocco del XVII e XVIII secolo, realizzato da artigiani locali, che custodisce l’organo Bossi. La musica che da lì avvolge tutta la chiesa colpisce anche lo sguardo con cariatidi, cherubini, angeli, putti con violino, liuto e frutti, il grande palco di cantoria e la mostra di organo, tutto scolpito nel legno.
All’altare di destra puoi ammirare l’opera più preziosa: una tavola con Madonna e Bambino (Madonna dell’umiltà) di Ambrogio da Fossano detto il Borgognone (1453-1523). Sorprende la dolcezza della Madre che tiene per mano il Bambino. Qui tutto parla di umiltà, di passione (d’amore e di croce), di grazia che sconfigge ogni male. Comprendi così la collana di corallo al collo del bambino, la mela, il garofano e il ramoscello di more. Le tele ai lati del presbiterio raffigurano l’Ascensione di Gesù e l’Assunzione di Maria, opere del 1700, attribuite a Francesco Cappella, che presentano i destini speculari del Figlio e della Madre.
Al centro, il bel altare maggiore del 1800 in marmo bianco, grigio e rosso di Camerata sulla cui tribuna espositoria sono state collocate le statue di due angeli e di Dio Padre in marmo bianco, scolpite un secolo prima. La parte absidale è abbracciata dal coro ligneo scolpito in noce nel 1800. Sopra, al centro, la pala raffigurante la Madonna che tiene in braccio Gesù Bambino e in ginocchio san Carlo Borromeo e il piccolo Giovanni Battista, tela attribuita a Gian Paolo Cavagna (1612). Accanto ammiriamo due deliziose tele raffiguranti l’Annunciazione e la Sacra Famiglia con sant’ Anna, di ambito veronese (1725), lo stesso ambito del quadro nella controfacciata, con la sacra Famiglia.
Le esigenze della riforma e della partecipazione attiva dei fedeli all’azione liturgica, orientano ora lo sguardo ai luoghi celebrativi: l’ambone e l’altare, la mensa della Parola e del Pane, inseriti in modo singolare al mio interno, in dialogo con la tradizione ma anche con uno stile contemporaneo, creando un dialogo tra il legno e i colori delle opere dell’artista Cosetta Arzuffi.
Le statue che trovi sono di san Carlo Borromeo, sant’Eurosia, santa Barbara, san Luigi Gonzaga, la Madonna Immacolata, il Sacro Cuore e la Madonna Addolorata, gruppo scultoreo dell’800.
I quadri della Via Crucis lungo tutto il mio perimetro sono state dipinti nel 1935 da R. Bonomelli.
Scendendo le scale sotto l’organo, si intravede sulla parete un brano di affresco antico e si giunge poi nella cripta dell’Addolorata, porzione più antica della chiesa, in parte risalente alla prima costruzione del 1400.
Bene, ti ho detto un po’ di me. Ma tu continua a dire di te a Lui, anche attraverso ciò che qui puoi ammirare.