Chiesa di Santa Margherita in Carosso
Sono nata in un Comune diverso - Almenno San Bartolomeo, domus de russis - ma sono e mi sento della Comunità cristiana di Palazzago, tant’è vero che qualcuno mi vede come miniatura della grande chiesa parrocchiale: stessa pianta ottagonale, stessa volta con trompe l’oeil, stessa eleganza nelle linee e nelle decorazioni. E allora ne vado fiera, pensando anche ai miei natali che si perdono lontano nel tempo.
Nel cartiglio della controfacciata puoi leggere questa iscrizione: anno di fondazione 1489, anno di ricostruzione 1754.
Come per le altre mie sorelle, le chiese delle frazioni, ci sono stati diversi interventi in epoche e in stili diversi che hanno concorso a farmi arrivare fino ad oggi così. Alle pareti e nel presbiterio puoi ammirare numerose tele: pensa che ce ne sono ben undici, con altre più dimesse in sagrestia e una con un angioletto sulla volta di un altare laterale.
Tanti i Santi che, insieme a Santa Margherita, cui sono dedicata, proteggono queste mura, segno della devozione e della sensibilità di coloro che lungo gli anni le hanno commissionate. Di una famiglia c’è anche lo stemma dipinto nella parte inferiore di due tele.
Sembra quasi di intonare le litanie: Maria Santissima, con in braccio Gesù Bambino, nella pala d’altare, opera di G.B Cesareni (1731), affiancata da Santa Margherita con l’immancabile drago e Santa Maddalena con il vasetto di olio profumato tra le mani; San Pietro che sta andando verso Gesù che cammina sulle acque e San Giovanni Battista nel momento della decapitazione, nelle tele settecentesche accanto; San Luigi Gonzaga e San Francesco Saverio nei tondi settecenteschi sull’altare; San Giuseppe, assistito nel suo transito da Maria e Gesù al centro dell’altare laterale destro, affiancato da altre due tele con Santa Elena imperatrice e Santa Caterina da Siena; Santa Eurosia, pure del Cesareni, nel momento del martirio al centro dell’altare laterale sinistro, con le tele di Sant’Antonio abate (forse la più caratteristica di tutte che rivela una notevole fattura) e San Vincenzo Ferrer. A questi Santi si aggiungono le diverse statue di Maria, due piccole, nelle nicchie lungo le pareti e Santa Rita.
La festa più importante è quella di Santa Margherita, quando la statua in legno della Santa viene portata in processione.
Nel cartiglio sopra la pala centrale si legge: INVENTA UNA PRETIOSA MARGARITA MATTHAEU CAP XIII XLVI e cioè: “trovata una perla preziosa”. Margarita in latino, significa appunto perla, e riprende un passo dell’evangelista Matteo in cui si parla del Regno dei Cieli. Sì, senza presunzione posso dire di essere anch’io una perla.
Ma, certo, non sono un museo e allora è bello quando vedo le persone radunarsi per la celebrazione, per la preghiera, per il rosario e, perché no, anche per le pulizie che garantiscono un luogo bello e accogliente.