Chiesa della Visitazione in Brocchione

 

Brocchione

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Brocchione03So che la mia facciata è un po’ particolare, con la parte superiore quasi mozzata, ma è bella così. Anzi, la struttura sembra dare ancor più risalto al vero gioiello che si impone in essa: il portale, in arenaria e marmo bianco di Zandobbio. Pensa che sembra arrivi addirittura dall’epoca romana quando faceva da ingresso a un bel palazzo che venne successivamente smantellato e, come per tanti reperti antichi – le grandi città ne sanno qualcosa - venne poi addossato alla facciata, rendendola così solenne e bella. Due medaglioni scolpiti con il profilo degli imperatori Nerone e Adriano, sono la firma di un’epoca antica e pagana che si apre al mistero di Dio fattosi carne.
Entrando, ti trovi in un’aula accogliente, bella, luminosa, con volta a botte e con i tratti tipici di una chiesa del 6-700. L’occhio è subito attirato dall’altare dove troneggia il maggiore di colore nero, in scagliola, con motivi ornamentali di colori diversi e la mensa per la liturgia post-conciliare. Anche i due laterali, dedicati alla Madonna Immacolata e a Sant’Antonio, sono dello stesso stile, ma con meno tonalità di colore. Brocchione02Nel catino absidale trovi la pala centrale, raffigurante la visita di Maria a Santa Elisabetta, dipinta nel 1642 da Dolfino Giacomo. Nel cartiglio che chiude la decorazione della cornice si legge il versetto biblico: “Quale onore che la madre del mio Signore venga a me”, parole pronunciate dall’anziana Elisabetta alla giovane cugina Maria. E’ questa scena a dare il titolo alla chiesa di Brocchione, detta appunto della Visitazione ed è sempre bello vedere questo mio spazio gremito di fedeli per la festa, alla fine di maggio, occasione di gratitudine anche per la conclusione dei cammini di catechesi.
L’altro appuntamento importante che attendo con ansia è la solennità dell’immacolata, l’8 dicembre. In questa occasione alcuni anni fa è stato presentato il restauro di una tela del ‘600 con la donna dell’Apocalisse, “vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul capo una corona di dodici stelle”, comunemente indicata come Immacolata, appesa all’ingresso. Ma, come capita per altre chiese a Palazzago, alla intitolazione ufficiale si affianca la devozione popolare per un altro Santo: Antonio, raffigurato nella statua di un altare laterale e in un quadro della controfacciata, con il bambino Gesù su di un libro e il giglio nell’altra mano, i classici segni che lo rendono riconoscibile. Ai lati della pala centrale ci sono due altri quadri con la adorazione dei Magi e i Santi Gioacchino ed Anna al cospetto di Dio Padre e della Immacolata, i cui recenti restauri hanno restituito i colori originari.
Brocchione04Non posso non ricordarvi di dare uno sguardo alla cantoria con l’organo e al pulpito con baldacchino, opere singolari del 1720, in legno intagliato e dipinto su fondo chiaro che si inseriscono bene nel contesto, dando ancor più eleganza a tutta la chiesa. Puoi concludere la mia conoscenza giungendo in sagrestia, occupata in gran parte da armadi in noce intagliato in radica e, nell’angolo, da un bel lavabo in arenaria scolpita. Uscendo ti renderai ancor più conto della serenità che respiri nel mio spazio, nell’alternanza di tinte chiare e lesene di finto marmo. Ma di finto c’è solo il marmo: il resto è tutto frutto di una vera devozione e di un gusto fine che anche oggi la frazione e i fedeli portano avanti, orgogliosi di avere dal passato una così preziosa eredità.Brocchione01

 

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