Iniziamo la settimana delle feste patronali. Vi propongo il racconto che segue che riguarda...Davide. Ma non è Giovanni il Patrono? Certamente, ma mi piace di questo racconto la cura che Davide ha. Celebrare il Patrono è attingere a questa cura, perché tutti possano mangiare, cioè vivere.
Davide era un giovane di bell’aspetto, intelligente e coraggioso. Suo padre, Isciai, di Betlemme, resosi conto della sua serietà, affidò a lui, per quanto fosse il più giovane fra i suoi figli, le cure del gregge, e Davide vi si dedicava con grande amore. Si alzava all’alba e, dopo aver recitato le preghiere prendeva il sacco e il bastone (con uno zufolo a una delle due estremità) e, aperto l’ovile, usciva col gregge al pascolo. Davide andava dietro al gregge senza perderlo d’occhio un solo istante: seguiva con cura gli agnellini, perché non restassero indietro, e li prendeva sulle spalle quando li vedeva stanchi. Giunto al luogo del pascolo si dava da fare perché anche i più giovani trovassero il loro nutrimento: strappava per loro l’erba e lui stesso li imboccava: Si racconta che una volta Davide non fosse riuscito a trovare, per il pascolo, che un campo di sterpi e di erbacce e, per timore che le pecore più grandi mangiassero il meglio e non restasse nulla per le altre mandò per primi gli agnelli, perché mangiassero la parte più tenera dell’erba; solo quando gli sembrò che si fossero nutriti abbastanza fece andare sul campo le pecore più vecchie e, per ultime, fece entrare quelle giovani che,coi loro denti forti, avrebbero potuto mangiare senza fatica anche gli steli. Con questa trovata riuscì a saziare l’intero gregge e il Signore apprezzò a tal punto il suo operato, che decise di affidargli, anziché la cura del gregge paterno, la cura di tutto il popolo.
S.Skulski, Re David, Leggende
in allestimento la Sezione CRE sotto la voce Oratorio
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